Dicono che viviamo in un mondo di costante violenza.
E si dice che tutti vanno in fretta, che tutto è pazzesco, che non si può più vivere serenamente.
Tuttavia, grazie alle iniziative che succedono, anche in modo sporadico, ma con un grande splendore, si vede che ci sono eccezioni felici.
Uno degli esempi più recenti è stata l’iniziativa di circa trenta integranti della Compagnia di Opera della Filadelfia.
È successo il 24 aprile 2010, sabato, alla Reading Terminal Market, nella città di Filadelfia, nella Pennsylvania. Il locale è un bazar gastronomico, ancora oggi, conforme alle sue remote origini nel secolo XVII.
In qualsiasi giorno, lì si può trovare una varietà eclettica di prodotti della campagna, spezierie non comuni, fiori, uccelli, artigianati, gioielli e abbigliamenti.
È un posto affollato. La media è di cento mila persone che lo visitano, ogni settimana.
Allora, in un sabato di aprile, mentre la gente si sgomitava, su e giù, tra le bancarelle e la mostra di quadri, all’improvviso comincia a suonare una canzone da riempire le orecchie di tutti.
È La Traviata, composizione di Giuseppe Verdi, ispirata dall'opera di Alexandre Dumas Figlio, La signora delle camelie.
Allora, un tenore lancia la sua voce, proseguito da un altro, più avanti. Sorprendentemente, in mezzo a tutta quella gente che camminava su e giù, conversando, scattando delle foto, si staccano i membri della Compagnia dell’Opera.
Sono mischiati alla folla, vestiti in modo semplice, alcuni con i cappelli sulla testa, portando gli zaini, le borse, i vestiti sportivi, rilassati.
Sono identificati soltanto quando aprono la bocca e cominciano a cantare.
Sorprese, le persone si accorgono che ognuno di loro, che sorride e canta, che brinda con il bicchiere di carta con dentro il caffè o che gli invita a ballare, porta un distintivo con l’identificazione della Compagnia di Opera della Filadelfia e con la scritta: La Traviata.
E tutti si fermano per ascoltare, ammirare ed emozionarsi. I turisti scattano un sacco di foto.
Un momento magico, Qualcosa che ci dice che iniziative come quelle devono, grazie all’esito osservato, ripetersi altre volte e in molti altri posti.
In tutto il mondo. Nelle stazioni degli autobus e dei treni, dove la gente rimane per delle ore ad aspettare, inquieti, desiderando arrivare presto ai loro destini.
Negli aeroporti, dove i ritardi stressano le persone, e li portano il malumore. Per le vie delle città.
Iniziative come queste ci dicono che a poco a poco l’uomo scopre il quanto è bello vivere l’armonia, il bello e l’arte.
Quanto è bello avere un dono e condividerlo con gli altri, rallegrare i cuori, far sorridere e sognare le persone.
Sognare un mondo meraviglioso che tutti idealizzano per il nostro Terzo Millennio.
Vibriamo per ciò. E che Dio benedica Alexandre Dumas Figlio, Giuseppe Verdi, i musicisti, quelli che alla fine trasformano quest’immenso mondo di Dio in un mondo così bello e armonioso alle nostre vite.
Redazione del Momento Spiritista.
Traduzione di Rossana Amatuzzi.
Il 1.10.2013.