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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Novembro de 2024
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ícone I nostri vecchi

Lo vediamo più di una volta. Cammina per le vie della città, trascinando un carrello, quello per raccogliere carte.

Porta il corpo  piegato  sotto il peso degli anni, e, a volte, non si sa esattamente se lui conduce il carrello o se questo lo tira, da una parte all’altra, stabilendo la direzione, di tanta difficoltà che si osserva in quell’uomo.

I giorni freddi lo stupiscono e alla fine della giornata, lui arriva al mercatino del quartiere per comprare un panino, un uovo e un pacco di farina.

Quando sorride si vedono i suoi pochi denti gialli e guasti. Avrebbe tanto bisogno di un dentista.

Nei giorni invernali quando stende le mani un po’avvolte nei panni per proteggersi dal freddo, si può percepire il colore violaceo di quelli che hanno difficoltà con la circolazione sanguinea.

Gli occhi non sono agili e precisi come nella gioventù e lui calcola male il tempo che ci mette per passare da un lato all’altro della via, portando il suo carrello pieno di scatole,carte e giornali.

Ma le sue orecchie si mantengono attente e lui può sentire benissimo i clacson innervositi delle macchine che passano, guidate da autisti affrettati che non si accorgono della sua difficoltà.

È uno che raccoglie carta e cartone per strada al fine di rivenderli. Vecchio e stanco. Guardandolo così indifeso e cercando di sopravvivere con un po’ di dignità, perché è orgoglioso di lavorare ancora, nonostante la sua età;  ricordiamo i nostri genitori già anziani.

Sfruttiamo la felicità di avere i nostri nonni accanto, li teniamo con affetto nel conforto a casa e ci preoccupiamo dei suoi pasti. Controlliamo se mangiano abbastanza, prepariamo le spremute, le vitamine, durante la giornata.

Scegliamo le uova fresche e gliele serviamo calde, sode, al tegamino, insieme ad altri complementi vitaminici affinché non indeboliscano.

E se si ammalano, subito lo portiamo da un medico, che gli prescriverà la medicina, il ricovero, se necessario.

Sono i nostri vecchi che ricevono l’attenzione e la nostra tenerezza, con abbracci e carezze sui capelli bianchi.

E gli altri, persi per le vie della città? Cosa gli facciamo?

La Legge delle carità chiede che il forte lavori per il debole, che il giovane aiuti l’anziano. Quando questi non hanno famiglia o chi li aiuti, è la società che deve sostenerli.

Siccome la società siamo noi, i cittadini, cerchiamo di tenere d’occhio quelli che vivono i loro ultimi anni abbandonati e prendiamo delle soluzioni dure.

Non aspettiamo che lo faccia il governo. La soluzione potrebbe arrivare troppo tardi, ma la necessità è urgente.

Che ne dite se adottiamo un anziano? Senza bisogno che lo portiamo a casa ma bensì verificare le condizioni della sua dimora e migliorarla.

Sistemare le coperte calde, alimentazione adeguata, andare a trovarlo,farlo sentire nuovamente persona importante.

*   *   *

 L’uomo ha il diritto di riposare nella vecchiaia.

Non deve essere obbligato a niente, oltre a quello che gli permettono le sue forze.

È importante che l’anziano si senta utile, caro, amato.

Alla fine molti dei suoi amici sono già partiti al Mondo Spirituale, alcuni dei suoi figli si trovano lontani, a sistemare la propria vita.

Se non gli diamo un motivo per vivere, per essere felice, lui si riempirà di tristezza, cadrà in depressione e partirà presto, molto più presto triste e abbattuto.

Ricordiamoci: il vecchio di oggi un giorno era giovane, ha prodotto, ha contribuito con la società in qualche modo. Merita concludere i suoi giorni nella Terra in totale e scomodo abbandono?

 

Redazione del Momento Spiritista con pensieri delle voci 685
e 685a del
O livro dos Espíritos, di Allan Kardec, ed. Feb
Traduzione di Rossana Amatuzzi
Il 17.1.2013.

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