Sabato, dieci e ventuno di mattina. Pioggia insistente d'autunno. Una coppia entra in un bar per fare colazione.
Due caffè e tre brioche, per cortesia.
Lei sembra un po' agitata. Non gli distoglie lo sguardo. Lui sembra tranquillo, come quelle persone che riescono già a vivere in un tempo più lento dell'orologio.
La differenza di età è enorme. Lei non ha più di quarant'anni, lui ne ha circa ottanta.
Lui guarda dalla finestra socchiusa.
Lei sorride, affettuosa.
Tutti i tuoi figli sono nati qui in questa città?
Lui pensa un po'... - Sì, tutte. Ho tre figlie.
E dove sei nato? - Domanda ancora la signora.
Io non sono di qui! Sono nato all'interno... lontano dalla città.
E cosa ti ricordi?
Ah... tante cose... - Risponde con un discreto sorriso.
Allora, rimane in silenzio. Sembra che faccia qualche sforzo per ricordarsi di qualcosa di speciale, ma subito desiste. Continua a guardare fuori, cercando la pioggia fine.
Sai... credo di aver avuto una vita felice ...
Lei rimane interessata. Un interesse da primo incontro. Osserva i suoi capelli bianchi, la carnagione un po' castigata, gli occhi blu.
Il suo respiro è profondo. Qualcuno potrebbe dire che è il respiro di chi è innamorato.
Ti sei sposato una volta sola?- Domanda, con un certo imbarazzo nella voce.
Sì con Tereza. Madre delle mie ragazze. Che Dio la tenga.
Lei si emoziona un po' e si costringe repentinamente. Delinea un sorriso per mascherare l'emozione ... Guarda verso il tavolo. C'è ancora una brioche.
Puoi mangiarla. Sono già soddisfatta.
Pranziamo insieme domani?- Domanda lui, ansioso per sentire un sì.
Sì... certo che sì. E' giorno di pranzare insieme. Sai che mi piace molto stare con te, ascoltare le tue storie ...
Sono un po' smemorato oggi, credo. Ho raccontato poco ...
Non c'è problema.- Dice lei, affettuosa. Ci sono giorni in cui la gente ha proprio la memoria debole.
Il Dottor Maurizio ha detto che è importante forzare sempre la memoria. Ha detto che è un esercizio fisico che facciamo perché uno non "arrugginisca ". Conclude lui.
È vero... -Lei sospira. - Abbiamo bisogno di curare la memoria.
C'è ancora un silenzio tra entrambi.
Lui riguarda fuori, contemplativo.
Lei percepisce i dettagli del suo viso, teneramente.
Chiude gli occhi, un attimo, come se stesse pregando una sincera preghiera a una Forza Maggiore.
Riapre leggermente gli occhi e allora domanda:
Papà... Papà... posso chiedere il conto?
Lui accenna positivamente. Arriva il conto. Lei si alza per prima, va verso di lui, lo abbraccia e lo aiuta ad alzarsi.
Quella era la routine di ogni sabato alle dieci e ventuno di mattina, negli ultimi dieci mesi.
* * *
Furono i nostri genitori che ci proporzionarono un corpo, benedetto strumento di lavoro. E anche una casa.
Pensando a tutto questo, loda i tuoi genitori. Curali adesso che sono vecchi, stanchi, fragili o malati.
Fa' il possibile per non metterli nelle stanzette tristi, in fondo, dove non ci va nessuno. Non toglierti la gioia di presentarli ai tuoi amici e a quelli che vengono a trovarti.
Ascolta quello che hanno da dire. Se sono in grado, portali a tavola con voi per i pasti. Ricambia cosi, una piccola parte del molto che hai ricevuto dai tuoi genitori, anni fa.
Redazione del Momento Spiritista basato sul cap. 7, del libro
Ações corajosas para viver em paz, dallo Spirito Benedita da Silva,
psicografia di José Raul Teixeira, ed. Fráter.
Traduzione di Rossana Amatuzzi.
Il 21.09.2012.