Adam Riklis era un superstite dell'Olocausto. Dopo che tutta la sua famiglia era stata assassinata daí nazisti e aver sopportato difficili provazioni, in tre campi di concentramento, si aggrappó ancor di piú alla sua fede.
Intimamente, promise a se stesso che avrebbe insegnato ai suoi figli la religione dei suoi genitori. Per questo motivo, ebbe pazienza quando suo figlio di diciannove anni abbandonó l'universitá, il lavoro e disse che sarebbe partito per l'India, alla ricerca di illuminazione.
Ma, quando il figlio disprezzó la fede giudaica, Adam non riuscí a sopportarlo e lo mando via di casa. Dopo essersi scambiati dure parole, il figlio viaggió.
Sei anni dopo, Joey, il figlio, incontró un amico che lo informó del fatto che suo padre era morto da due mesi. Nessuno lo aveva avvisato perché lui non aveva mai mandato il suo indirizzo alla famiglia.
Joey rimase scioccato. Credeva che suo padre era morto, non per via di un infarto, ma per via del cuore spezzato. Ed era stato lui a spezzare il cuore al suo anziano padre.
Si decise a prendere un aereo e ad andare in Israele.. Arrivó a Gerusalemme e compró un libro di preghiere. Imitando i movimenti degli altri, appoggió la testa sulla pietra liscia del muro delle lamentazioni e cominció a pregare.
D'improvviso, si ritrovó a parlare con suo padre: come avrebbe voluto potergli chiedere perdono! Come avrebbe voluto potergli dire che lo aveva sempre amato!
Guardandosi intorno, notó che le persone scrivevano richieste su pezzettini di carta e le mettevano nelle crepe del muro.
Scrisse allora un biglietto a suo padre, chiedendo perdono e cominció a cercare una crepa dove poter mettere il suo messaggio. Fu difficile. Da molti anni, tanta gente fa questo, cosicché tutti i buchi sono sempre pieni.
Finalmente, trovó un angolino dove poter mettere il suo pezzettino di carta. Ma, quando tentó, tutto cio che riuscí a fare fu far cadere il pezzetto di carta di un'altra persona che aveva lasciato li il suo messaggio.
Oh, no!. Ho tirato fuori il biglietto di un'altra persona, pensó.
Cominció a cercare un altro posticino per poter restituire quel messaggio. Fu allora che venne preso da una grande curiositá e si decise ad aprire il biglietto.
E lesse cio che segue: Mio caro figlio Joey. Se, per caso, un giorno tornerai in Israele e verrai fino a questo muro, spero che possa incontrare questo biglietto.
Voglio dirti che ti ho sempre amato. Anche quando mi hai amareggiato, ho continuato ad amarti. Io ti perdono tutto, e spero che anche tu possa perdonare un vecchio stupido.. Tuo padre, Adam Riklis.
La preghiera di Joey era stata appena esaudita.
* * *
Non aspettiamo che la morte ci porti via l'essere amato per renderci conto che la cosa migliore é sempre scusare, perdonare e restare insieme.
Non rimandiamo a domani la nostra richiesta di scuse. Non rimandiamo a domani la possibilitá di abbracciare, convivere, amare.
Non permettiamo che disaccordi provocati da parole stupide, pronunciate in un momento d'ira e di squilibrio, ci allontanino daí nostri cari.
Se dovessi scoprire adesso che un amico, un amore ha qualcosa da reclamare su di te, alzati e vagli incontro. Offrigli il tuo abbraccio, il tuo sorriso e ricomincia ad assaporare nuovamente l'amicizia, l'amore, che sono alimento del nostro Spirito.
Redazione del Momento Espirita, basandosi su di un episodio tratto dal libro Pequenos milagres, de Yitta Halberstam e Judith Leventhal, ed. Sextante.Traduzione di Fabio ConsoliIl 28.11.2011.