aa
Momento Espírita
Curitiba, 04 de Julho de 2025
busca   
Nel titolo  |  Nel messaggio   
ícone L´odio deve finire

Perdonare è sublime. Gesù, il nostro Maestro, ce ne ha dato un esempio durante il Suo processo arbitrario , la flagellazione e la morte.

Colui che aveva sottolineato che bisogna amare i propri nemici non poteva avere un atteggiamento diverso.

Ma, quando il perdono tocca questioni personali, in generale, riconosciamo quanto sia difficile seguire l'esempio del Nazareno.

Ci sembra impossibile che certe cose possano essere perdonate. Ma alcune persone lo fanno, con grande dignità. Come Eric Lomax.

Era un ufficiale britannico quando venne fatto prigioniero in un luogo divenuto noto come la Ferrovia della Morte.

Quella ferrovia collegava Bangkok alla Birmania, oggi Myanmar. Il progetto era giapponese, ma fu realizzato da migliaia di prigionieri di guerra.

Si stima che ottantatremila persone siano morte mentre venivano sfruttate durante la costruzione della ferrovia.

Fu lì che Lomax conobbe Nagase Takashi, uno dei suoi torturatori, che svolgeva anche il ruolo di interprete.

Per un anno intero, i funzionari giapponesi cercarono di fargli confessare di essere un collaborazionista della resistenza, cosa che non era vera.

A Lomax furono fratturate le braccia e le ossa dell'anca e fu sottoposto a tecniche di affogamento simulato.

Quando tornò in patria nel 1945, dopo tre anni di prigionia, non c'era nessuno ad aspettarlo al molo. Una lettera lo informava che sua madre era morta e suo padre si era risposato.

Ci fu bisogno di un intenso lavoro terapeutico e del sostegno della moglie per affrontare l'orrore indicibile del suo trauma.

Quarant'anni dopo, ancora affetto da sindrome da stress post-traumatico, incontrò l'uomo che lui identificava come il principale responsabile delle sue torture.

Le parole insistenti gli risuonavano ancora nella mente: Confessa, Lomax. Confessa e non proverai più dolore.

Secondo la moglie dell'inglese, l'intenzione di quest'ultimo, nell'organizzare l'incontro con il giapponese, era quella di ucciderlo.

I due si incontrarono di nuovo proprio sulla ferrovia che Lomax era stato costretto ad aiutare a costruire.

L'immagine della guerra che più tormentava Nagase era quella di un tenente inglese, di cui aveva facilitato la tortura e che lui credeva morto.

Non appena vide Eric, Takashi iniziò a piangere e ad implorare perdono, compulsivamente. Fu allora che Lomax scoprì che, dopo la guerra, il suo nemico mortale era stato condannato e aveva iniziato a lavorare sulla ferrovia, alla ricerca di cadaveri.

Tuttavia, non riuscì a rinunciare immediatamente alla sua vendetta e a riconciliarsi con la persona che considerava il suo nemico mortale.

Poche settimane dopo, a Hiroshima, nel luogo, fra tutti, più improbabile, Lomax concesse a Nagase il perdono di cui aveva bisogno per vivere e morire in pace.

Finirono per diventare amici e, in una lettera, qualche tempo dopo, Lomax gli scrisse: Un giorno, l'odio deve finire.

*   *   *

Il perdono porta la pace. A volte è un processo che richiede tempo.

Tempo per coloro che si considerano vittime, per affrontare il dolore interiore.

Tempo per guardare il nemico e rendersi conto che è un essere infelice e che, anche lui, ha bisogno di pace.

E, poiché l'odio deve finire, si offre il perdono.

Redazione del Momento Spirita, con base
sui dati biografici di Eric Lomax
Traduzione di Fabio Consoli
Il 23.6.2025

© Copyright - Momento Espírita - 2025 - Tutti i diritti riservati - Sull'Internet dal 28/03/1998 (in portoghese)