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Momento Espírita
Curitiba, 30 de Janeiro de 2025
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ícone Figlio di Dio

L'espressione Figlio di Dio è molto usata nel nostro linguaggio quotidiano. Usata così tanto da diventare logora.

Abbiamo idea di cosa significhi essere Figlio di Dio? Ci sentiamo figli di Dio?

Innanzitutto bisogna capire di Chi o di Cosa stiamo parlando.

La parola Dio designa l'Intelligenza Suprema dell'Universo, la causa prima di tutte le cose.

Dentro queste cose ci siamo anche noi, Spiriti, gli esseri intelligenti della Creazione.

Questa Intelligenza, che noi chiamiamo Dio - e altri chiamano con altri nomi - governa l'Universo attraverso perfette leggi d'amore e giustizia. Niente sfugge al Suo controllo. Tutto è perfettamente gestito da Lui.

Lui riesce, inoltre, ad amministrare un'opera di inimmaginabile bellezza. Sappiamo molto poco dell'esuberanza di quest'opera e quanto più scopriamo, tanto più rimaniamo incantati. Come tutto si incastra, come tutto funziona perfettamente, dal micro al macro.

Tutto ha la sua funzione nella natura, tutto è collegato, intrecciato, interconnesso. È una vera opera d'arte.

Ora viene la parte più interessante: noi siamo parte di quest'opera d'arte. Abbiamo un ruolo importante nella Creazione.

Quando il Codificatore della Dottrina Spirita, Allan Kardec, chiese ai maestri della Spiritualità quale fosse l'obiettivo dell'incarnazione degli Spiriti, cioè perché abbiamo bisogno di indossare un corpo materiale e collegarci ad una vita fisica, ricevette la seguente risposta :

Dio impone l'incarnazione agli spiriti, per farli giungere alla perfezione. Per alcuni è un'espiazione, per altri, una missione. Ma, per raggiungere questa perfezione, devono subire le vicissitudini dell'esistenza corporea.

L'incarnazione ha anche un altro scopo: mettere lo spirito in grado di svolgere il compito che gli è assegnato nell'opera della creazione.

Ecco: il compito che ci è assegnato nell'opera della Creazione. Abbiamo una parte in tutto questo. Siamo importanti, abbiamo un significato, abbiamo bisogno di esistere.

Per chi a volte si sente insignificante, pensi: il sole si sente così? Eppure ha una parte nella grande opera universale.

Ma cos'è il sole rispetto alle centinaia di miliardi di soli presenti nell'Universo? Magari a chi piace contare solo i numeri, può sembrare insignificante.

In secondo luogo, dobbiamo capire che non siamo parti del Creatore, né Sue emanazioni.

Siamo opera Sua, siamo figli, siamo indipendenti da Colui che ci ha creato.

Portiamo dentro di noi la Sua firma, la firma del grande Autore, che inevitabilmente ci fa camminare verso la felicità.

Un padre è sempre vicino e presente nella vita dei suoi figli. Non potrebbe essere diverso.

Ciò che ci accade è che non percepiamo il Padre come potremmo. C'è chi dice addirittura che nemmeno esiste. Abbiamo creato questa distanza apparente per una mancanza di sensibilità, che ha bisogno di essere ampliata.

Questa sensibilità fa parte delle nostre conquiste morali, così come l'amorevolezza - l'amore verso il prossimo. Insieme costruiscono una nuova virtù: la religiosità.

La religiosità ci darà la capacità di percepire il Creatore, percependo il nostro prossimo e costruendo un legame d'amore tra noi, lui e il Padre Maggiore.

Redazione del Momento Spirita, citando la questione
132, del
O livro dos Espíritos, di Allan Kardec, ed. FEB.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 16.1.2025.

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