Qualcuno ha scritto che la gratitudine è un sentimento, ma è anche un'entità divina che ci protegge e vivifica.
Di solito, si enfatizza che si dev'essere grati alle persone per ciò che ci offrono, per ciò che rappresentano nella nostra vita, in termini di calore umano, sostegno, benefici.
Tuttavia, ci sono tante cose per cui ci dimentichiamo di ringraziare. Non per semplice ingratitudine ma perché fanno parte della nostra vita quotidiana. Ed è per questo che ci sembrano banali.
Al risveglio, ci sgranchiamo e ci alziamo dal letto, muovendo le gambe.
Ci allunghiamo e andiamo a farci la doccia. Acqua alla temperatura ideale: calda, tiepida, fredda. Secondo la nostra preferenza.
A volte ci concediamo di restare sotto la doccia un po' più a lungo, sentendo il piacere dell'acqua che scorre via, come se lavasse le nostre preoccupazioni.
La prima colazione ci aspetta, con cereali, frutta, succhi, caffè o tè. O magari semplicemente del pane imburrato e un caffè caldo. La scelta è nostra.
Godiamo di cose meravigliose e non ci viene nemmeno in mente di essere grati.
Dimentichiamo che i nostri privilegi sono qualcosa di inimmaginabile per altri.
Pensiamo a chi soffre di gravi paralisi, a chi è costretto a letto, sopraffatto da malattie crudeli.
A chi non sente più le braccia o le gambe, a chi non ha un letto e a coloro per i quali fare il bagno è un lusso che non possono permettersi. Pensiamo a chi non fa colazione, nemmeno con il pane raffermo per rompere il digiuno.
Anestetizzati dalla banalizzazione del bene, ci permettiamo perfino di lamentarci della vita.
Ci lamentiamo della fitta agenda, dove mancano ore nella giornata per occuparsi di tutto.
Ci lamentiamo del traffico caotico, dimenticando che dovremmo ringraziare di avere un mezzo di trasporto nostro o collettivo.
Dopotutto, ci sono persone che hanno bisogno di percorrere chilometri per raggiungere il posto di lavoro, la scuola o l'ospedale.
Benedizioni e ancora benedizioni.
Respiriamo, anche se è l'aria non proprio pura delle città, mentre i malati di enfisema non riescono a farlo.
Niente per noi dovrebbe essere banale nella vita.
Quando ci viene in mente il volume delle fatture da pagare e dei problemi da risolvere, ringraziamo, poi, per la nostra capacità di pensare.
Sono tanti quelli che non hanno più questa opportunità, immersi in malattie che hanno tolto loro questa facoltà.
Impariamo ad esser grati per tutto ciò di cui godiamo tutto il giorno, ogni giorno.
Camminare, pensare, mangiare, sentire il sapore di ogni porzione che mettiamo in bocca.
Vivere è una benedizione. Essere benedetti con così tante cose ad ogni momento dovrebbe farci sentire in dovere di essere grati.
Se non riusciamo a risolvere la paralisi di alcuni, la fame di altri, almeno impariamo ad esser grati per ciò che abbiamo.
E iniziamo la nostra giornata barattando lamentele e preoccupazioni con gratitudine.
Se stiamo ascoltando queste considerazioni, ringraziamo per il nostro udito. Anche se, a volte, dobbiamo ascoltare le critiche dei nostri superiori, dei nostri colleghi, dei nostri clienti.
Esprimiamo la nostra gratitudine per il lavoro che alla fine della giornata ci rende esausti. Poter lavorare è una benedizione. Dal compito più semplice a quello più sofisticato, una gioia.
Impariamo ad esser grati per la banalità delle cose comuni... così straordinarie nella nostra vita.