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Momento Espírita
Curitiba, 18 de Outubro de 2024
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ícone L’ultima foglia

Lo scrittore americano William Sidney Porter racconta la storia di due giovani pittrici che andarono a vivere a New York.

Il freddo di dicembre arrivò insieme ad una grave epidemia di influenza e Joana fu costretta a letto. Nonostante le cure dei medici e della sua amica Suzana, non migliorava.

Non reagiva. Giaceva nel suo letto, guardando il muro bianco dell'edificio dall'altra parte della strada.

Quando Suzana commentò che la febbre era scesa e che in due giorni avrebbero potuto recarsi in Florida per la completa guarigione, Joana rispose, scoraggiata:

Tre giorni fa c'erano quasi cento foglie sulla vite che si arrampica sul muro. Le sto contando. Oggi ce ne sono solo diciannove. Quando cadrà l'ultima foglia, morirò.

La sua amica cercò di dissuaderla da quell'idea. Del resto che rapporto poteva esserci tra le vecchie foglie di una vite e il miglioramento della salute?

E ordinò: Smettila di guardare da quella finestra. Promettimelo.

Va bene, disse la malata, sicura che non avrebbe mantenuto la promessa.

Al piano di sotto viveva un uomo di ottant'anni. Si chiamava Bernardo. Pittore frustrato per non essere mai riuscito a produrre un'opera di valore, si considerava tutore delle due giovani artiste.

Pur avendo un tumore ai polmoni, non voleva essere ricoverato in ospedale per le cure.

Suzana gli disse che aveva paura che Joana partisse presto perché si era convinta che quando l'ultima foglia fosse caduta dalla vite, lei sarebbe morta.

Quella notte cadde una pioggia leggera e insistente. Suzana non ebbe nemmeno il coraggio di guardare dalla finestra.

Ma, il giorno dopo, si svegliò con la sua amica che la scuoteva euforica:

Vieni a vedere. Anche con la pioggia e il vento, una foglia continua a restare appesa alla vite.

È un segno, gridava Joana. Dio sta tenendo la foglia affinchè io non muoia. Io vivrò. Dio vuole che io viva.

Nei giorni successivi la foglia rimase salda. La febbre e la tosse scomparirono. Avrebbero potuto viaggiare.7

Prima di partire, Suzana dispose il ricovero in ospedale di Bernardo, le cui condizioni erano peggiorate.

Furono quindici giorni meravigliosi sotto il sole e il caldo della Florida. Quando tornarono, seppero che il loro amico pittore era disincarnato.

Joana, mentre si dirigeva all'appartamento, chiese: Vedrò forse ancora la foglia della vite?

La vedrai sicuramente, rispose Suzana.

Devi sapere che, quando Bernardo ha saputo che ti eri messa in testa che saresti morta quando fosse caduta l'ultima foglia dalla vite, ha affrontato il freddo e la pioggia del primo mattino e ha dipinto la foglia sul muro dell'edificio davanti alla tua finestra.

È stato il capolavoro della sua vita.

Le amiche si abbracciarono, commosse e grate. Quell'uomo forse aveva  peggiorato ancor di più le sue condizioni di salute, sacrificandosi in favore della giovane.

*   *   *

Questa storia ci racconta quanto la nostra mente influisca sul nostro stato di salute.

Ci parla anche di un'amicizia, che sconfina nella rinuncia a favore dell'altro.

E ci dice che c'è sempre qualcosa che possiamo offrire agli altri. A volte, di fronte a problemi gravi, diciamo: Cosa posso farci io?

Non ci rendiamo nemmeno conto che un abbraccio, una storia che commuove, una canzone che consola, un quadro sul muro possono essere, come si suol dire, una santa ed efficace medicina.

Perché non proviamo?

Redazione del Momento Spirita, com base sull'articolo
 
Jesus, o Divino Médico, di Sidney Fernandes, dalla
 rivista
Reformador, ano 141, nº 2337, dicembre.2023,
ed. FEB.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 22.7.2024

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