Furono così tanti i segnali. Grandiosi. Ma non abbiamo prestato loro attenzione.
La Sua venuta fu predetta molti secoli prima. Venne cantato dai poeti dell'Antico Testamento, atteso da un popolo stremato dalla schiavitù, dai soprusi e dalle ingiustizie.
Arrivò, nel silenzio di una notte, forse dell'alba. Il luogo era una grotta, un luogo offerto da chi si compatì nel vedere quella coppia singolare: un uomo preoccupato, una giovane donna negli ultimi giorni di gravidanza.
La Divinità inviò un coro celeste per il grande annuncio della nascita ai cuori semplici dei pastori, nei campi. Loro ascoltarono e capirono: il Pastore di tutte le pecore era nato, lì vicino.
Il Padre Celeste inviò anche una carovana di esseri angelici, che brillarono intensamente, formando una stella di ineguagliabile splendore.
Coloro che erano abituati a guardare il cielo, a contare le stelle, ad osservare la luminosità delle stelle, compresero il messaggio: il Re era arrivato.
E uomini saggi, provenienti da diverse parti dell'Oriente, si recarono dal bambino, portandogli doni, che affermavano la Sua regalità, la Sua missione, il Suo sacrificio: oro, incenso e mirra.
Era il riconoscimento che il Governatore Planetario era arrivato per instaurare il Regno dei Cieli nei domini della Terra.
Fu presentato al tempio, a Gerusalemme, dai Suoi genitori, perché si potesse registrare la Sua presenza: era nato un altro ebreo.
Non un semplice ebreo, ma un figlio di Davide, riconosciuto dalla profetessa Anna e dal vecchio Simeone, che Lo aspettava, per poter poi, secondo le sue stesse parole, partire per l'Aldilà.
Da adolescente sorprese i dottori della legge con la Sua conoscenza superiore. Per quasi tre giorni rimase in mezzo a loro, parlando delle cose dei cieli e della Terra.
Come non riconoscere in Lui la grandezza dello Spirito, un Essere che trasbordava saggezza e buon senso, che sapeva parlare di tutto, con parole precise?
Come poterono permettere che Quel Bambino fosse portato dai Suoi genitori, in una regione lontana, senza importarsi dov'era andato, cosa Gli sarebbe successo, cosa avrebbe fatto?
Quando arrivò l'inizio del Suo Messianato, si recò presso il fiume Giordano e, affinché potesse avere molti testimoni, in adempimento delle Scritture, si sottopose al battesimo di Giovanni, sebbene questi riluttasse a farlo, perché aveva l'idea esatta di quanto fosse grande Quel personaggio.
Era il Messia. L'Unto. L'inviato.
Tuttavia, il dialogo tra il Maestro e il Suo araldo, i fenomeni di voce diretta, nulla di tutto ciò fu notato dalle persone che si trovavano lì.
Ritornato a Nazareth, si recò alla sinagoga, prese gli scritti di Isaia e lesse: Lo spirito del Signore è su di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri. Mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi e la vista ai ciechi. Liberare gli oppressi, proclamare l'anno di grazia del Signore.
Riavvolse il rotolo, si sedette e disse: Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato.
E non Lo abbiamo riconosciuto
Oggi, dopo secoli, molti di noi si chiedono se Lui sia realmente esistito, se sia stato così grande, se continua con noi, se...
Quando impareremo ad ascoltare com l'anima? Quando ci arrenderemo alla grandiosità del Suo amore?
Redazione del Momento Spirita
Traduzione di Fabio Consoli
Il 10.6.2024.