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Momento Espírita
Curitiba, 07 de Setembro de 2024
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ícone La felicità che cerchiamo

Si racconta che un giorno un monaco entrò in un villaggio cavalcando un bue. La sua figura attirava la curiosità di chi attraversava le stesse strade dove passava.

Alcuni si avvicinavano e gli chiedevano dove stesse andando, cosa facesse in quel luogo. Senza scomporsi, rispondeva sempre: Sto cercando un bue.

Le persone si guardavano tra di loro e non capivano. Il monaco, data la sua età, aveva forse qualche problema mentale?

Il giorno dopo la scena si ripetè. Entrò nel villaggio, le domande si ripeterono e la risposta fu la stessa: stava cercando un bue.

Quando tutto si ripetè, il terzo giorno, alcuni passanti non sopportarono più simili sciocchezze e dissero: Perché vieni nel nostro villaggio e ci dici che stai cercando un bue? Non ti rendi conto che stai cavalcando esattamente l'animale che dici di cercare?

Con serenità, il monaco, dimostrando la sua saggezza e il suo senso psicologico, si fermò e fece la seguente osservazione: Interessante. Avete notato la mia incoerenza. Tuttavia, mi sto comportando proprio come voi.

Voi cercate, ogni giorno, la felicità.. Lasciate le vostre case, le vostre famiglie, la vostra città natale per cercare la felicità altrove.

Non vi rendete conto che la felicità è nel vostro intimo, è dentro ogni persona, ha solo bisogno di essere scoperta.

*   *   *

Quasi sempre ci comportiamo proprio così. Aspiriamo alla felicità, la riponiamo in cose che dobbiamo ancora realizzare: una casa più grande, una macchina nuova, una promozione e uno stipendio più alto, un viaggio straordinario, un grande amore...

In questa frenesia, ci dimentichiamo di vivere. E guardare ciò che ci circonda, usufruire di ciò che abbiamo e che è così prezioso.

Ci dimentichiamo di vivere insieme alla nostra famiglia, di goderci il tempo che trascorriamo a casa. Finiamo per non rimanere più estasiati dal sorriso del bambino, dalle sue prime parole, dai suoi primi passi.

Dimentichiamo di apprezzare i giorni di pioggia e la benedizione del sole. Non ci rendiamo conto della felicità che rappresenta poter camminare con le proprie gambe, correre, o semplicemente fare due passi, al chiarore del mattino, respirando a pieni polmoni l'aria profumata che ci viene offerta gratuitamente.

Non ci rendiamo conto della felicità che rappresenta poter mangiare, identificando, grazie al nostro palato, ogni specifico sapore.

Per via di tutto questo, poiché viviamo senza prestare attenzione alla fortuna che abbiamo, è che, comunemente, quando ci si presenta la perdita di una qualsiasi di queste cose preziose, diciamo: Ero felice e non lo sapevo.

Potremmo dire: Ero felice e non me ne rendevo conto, non godevo di tante cose meravigliose che erano alla mia portata.

Perciò, prima che i gioielli rari scompaiano, prima che i nostri amori si allontanino, prima che la nostra salute peggiori, prima che ogni possibilità fisica e intellettuale si indebolisca, scopriamo la felicità di cui siamo portatori.

Non riponiamola in un futuro che non sappiamo se raggiungeremo. Viviamo l'oggi, intensamente, con ciò che abbiamo, con quello che siamo, con chi ci incontriamo.

Cade la pioggia? È uscito il sole? Il giardino è in fiore? Il cane ci ha accolto con gioia? Qualcuno ci ha abbracciato?

Scopriamo la felicità in ogni benedizione divina, in ogni minuto della nostra vita.

Pensiamoci.

Redazione del Momento Spirita,
prendendo spunto da una leggenda di autore ignoto
Traduzione di Fabio Consoli
Il 17.5.2024.

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