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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Novembro de 2024
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ícone Ricordare è rivivere

Ricordare è rivivere un momento felice del passato - cantava la voce vellutata del Brasile.

Ma, non si può vivere di ricordi. Ciò distoglierebbe la nostra attenzione dalla realtà. E ci porterebbe a trascurare tutto quello di eccellente di cui godiamo nel presente.

Chi dice che il passato era migliore chiude gli occhi di fronte a tutte le conquiste di cui godiamo.

Viviamo con così tante comodità che sembra impossibile che i nostri genitori e i nostri nonni siano riusciti a vivere senza di loro.

Siamo abituati alle notizie che ci arrivano in tempo reale attraverso la TV, internet e le reti sociali.

Ci viene in mente nostra madre raccontarci che, da bambina, si sedeva ai piedi di suo nonno per ascoltarlo leggere il giornale, con notizie che arrivavano dall'altra parte del mondo.

Lui leggeva nella sua lingua madre, l'italiano, cos'era successo nel Vecchio Mondo, nella sua terra natale, settimane prima.

Lei parlava di un tempo in cui cresceva leggendo, ricamando, cucendo alla luce di un lampione.

Al giorno d'oggi, quando manca l'elettricità per qualche ora, ci sentiamo mancare la terra sotto i piedi.

Riscopriamo così, le pagine di libri o riviste.

E la luce delle candele, delle torce elettriche, della luce di emergenza, tutto ci sembra insufficiente per visualizzare correttamente le lettere, i colori, i disegni.

Sì, i tempi di oggi ci offrono molteplici comodità.

Sicuramente, non ci piacerebbe fare a cambio con le serate di ieri senza TV, senza internet, senza la velocità dei messaggi WhatsApp e tante altre possibilità.

Ma è bello ricordare alcuni momenti unici, difficili da rivivere oggi.

Ricordiamo i caldi pomeriggi, quando, nel piccolo paese di campagna, privo di piscina, riempivamo l'enorme cisterna di cemento che avevamo in casa con l'acqua fresca del pozzo.

E da bambini, giocavamo per ore, finché la pelle delle dita delle mani e dei piedi non si raggrinziva per essere stati immersi nell'acqua per così tanto tempo.

Ricordiamo le notti d'estate, quando, alla luce dei lampioni, le persone si sedevano davanti alle proprie case, sui marciapiedi, per scambiarsi le impressioni sui fatti della giornata.

Arrivavano i vicini con le loro sedie impagliate e il cerchio si allargava.

Ricordi.

È piacevole ricordare le cose belle, le scene di amicizia e il chiacchierare, in un tempo senza tempo.

Senza impegni. Senza fretta. Ognuno ascoltando l'altro.

Conversazioni che non andavano molto oltre le marachelle dei figli monelli, la conoscente che aveva avuto un altro figlio, le notizie sentite alla radio, al telegiornale di mezzogiorno.

Si guardava la luna, e si prevedeva il tempo per il giorno successivo. Erano tutti meteorologi con diplomi post-laurea della scuola di osservazione quotidiana.

Mentre ricordiamo, molti volti si susseguono nella nostra memoria, come in un nastro cinematografico.

Nonni, genitori, cugini, amici, conoscenti.

Tanti che se ne sono andati da poco o molto tempo fa.

E ci chiediamo: Da dove si trovano, si ricordano anche loro?

Ci vengono incontro, in questi momenti?

Le loro anime si emozionano, ridono, piangono, godendo di quegli stessi dolci ricordi?

È comunque un'evocazione spontanea, un ricongiungimento, nella camera del cuore, che ci fa ripetere:

Che nostalgia, carissimi... Un giorno, saremo di nuovo insieme.

È così bello ricordare...

Redazione del Momento Spirita, con i versi iniziali
della Valsa da Saudade, di Francisco Petrônio.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 9.5.2024.
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