Le statistiche indicano che ci sono milioni di anziani nel mondo. Alcune situazioni della vita ci spaventano e ci portano a chiederci cosa faremo quando ci raggiungeranno.
Come vivremo i giorni della pensione, dell'assenza dei familiari e degli amici che non ci sono più, che ci hanno preceduti nella partenza per la patria spirituale.
Passando accanto ad un isolato di edifici, vediamo di solito un uomo anziano alto e forte seduto su una panchina di fronte ad uno degli isolati.
Resta lì esattamente come cantano i versi della canzone popolare: A guardare la vita che passa.
Non risponde al nostro saluto. Ogni volta, lo sguardo che ci rivolge sembra aggressivo, come di chi è disincantato dalla vita e si sente deluso di essersi risvegliato ancora una volta nel corpo.
Il suo volto riflette la tristezza della solitudine in cui insiste a restare. Tutto in lui parla chiaro dicendo che non vuole nessuno intorno.
È così che vivremo i nostri giorni futuri?
Abbiamo letto da qualche parte che la vita non ama la monotonia. Niente di ciò che è, si ripete.
Quando si dice che tutto è uguale ci si sbaglia completamente.
I minuti formano le ore che uniscono giorni e notti, mesi e anni.
Ma niente, mai, è lo stesso.
La pioggia caduta al mattino si è infiltrata nella terra, ha ingrossato i fiumi, ha lavato le strade. Ma quelle acque non torneranno mai più.
Domani potrà piovere di nuovo. Ci saranno altri invii dal cielo, con maggiore o minore intensità. Ma mai allo stesso modo.
Il giardino che oggi gioisce con il risveglio dei boccioli di rosa, domani mostrerà colori diversi, in molteplici fioriture.
Gli uccelli torneranno a visitare gli alberi, a bagnarsi nella fontana improvvisata davanti a casa nostra, senza mai ripetere i loro voli, i loro trilli.
Come camminare, allora, verso l'esordio della vecchiaia come chi non si aspetta più nulla dalla vita, dal mondo, dalle persone?
L'esperienza che abbiamo maturato negli anni non ha eguali. Altri avranno accumulato un bagaglio più o meno professionale, familiare e intellettuale. Però, il nostro è unico.
Perché siamo tutti unici. Esseri immortali, che si servono temporaneamente di un corpo, in una Terra di transitorietà.
Quanto abbiamo da offrire alla vita negli anni che ci restano. Prepariamoci a vivere i giorni senza orologio, in cui poterci ritagliare il nostro tempo.
Orari per fare una passeggiata, per studiare ciò che finora non ci è stato possibile, per fare volontariato presso una istituzione degna, offrendo ciò che abbiamo di buono e di utile.
E fare quello che ci renda felici, ci faccia sentire attivi, vivi, produttivi.
Chissà noi non si possa diventare quel vecchio dagli occhi infantili. Curioso, sorridente per tutto ciò che arriva.
Troppo impegnato a vivere ogni giorno, ogni nuovo momento come qualcosa di inaspettato, qualcosa di non previsto.
Preparati per quando arriverà l'abbraccio della morte. Senza fretta però, che lei ci si presenti perché, in fondo, c'è ancora molto da dare in tanti modi a questo mondo con tanti bisogni.
Invecchiare non dev'essere sinonimo di stanchezza, scoraggiamento, disincanto.
Può essere l'esordio di nuovi momenti, nuove esperienze, preziose elaborazioni ogni giorno. Giornate nuove e spettacolari.