Cosa può fare un bambino di fronte ad un mondo sconvolto?
Cosa può dire al mondo degli adulti, quando scoppiano le guerre, ovunque?
Perché, mi chiedo, si investe così tanto nelle armi mentre la fame, la povertà e le malattie uccidono l'infanzia?
Perché si preferisce ascoltare discorsi che proclamano disunione e ambizione, invece di ripetere le lezioni del Vangelo di Gesù?
Che mondo è questo dove non si guarda al domani?
Sarebbe molto importante che si ascoltasse la voce dei bambini.
Vogliono avere un giardino dove giocare. Un giardino con fiori profumati che colorano il paesaggio ed erba verde dove rotolarsi, contenti, mantenendo il contatto con la madre terra.
Un campo tranquillo dove correre, o giocare a pallone, immaginando di essere stelle del calcio, applaudite in tutto il mondo.
Vogliono avere la libertà, senza dover restare confinati in appartamenti o spaventati, sui banchi di scuola, temendo i proiettili vaganti delle mitragliatrici assassine.
Vogliono non dover essere trattenuti nei campi profughi, in attesa che arrivino pane, acqua, vaccini e la fine dei conflitti.
Vogliono crescere, con la possibilità di illustrare ciò che hanno in mente, senza timore di critiche insensate o di comandi arbitrari.
Vogliono crescere per occupare posti nell'Accademia di Lettere, di Scienze. Vogliono brillare nel mondo per renderlo più luminoso, più pieno di luce.
Vogliono crescere per diventare uomini integri, che nobilitino il Paese, contribuendo, in maniera efficace al suo sviluppo.
Noi bambini vogliamo che i nostri genitori tornino a casa ogni tardo pomeriggio o quando si fa sera.
Vogliamo avere genitori che ci accompagnino a scuola, ci portino a fare passeggiate, ci raccontino le storie delle loro vite.
Vogliamo conoscere il passato, le lotte affrontate per costruire l'attuale palcoscenico della vita.
Vogliamo che ci leggano storie, anche quando sappiamo leggere. E a volte anche meglio di loro.
Perché ciò che conferisce a una lettura un fascino particolare è la voce di un padre, di una madre, che dimostra che il loro tempo è anche nostro.
Vogliamo crescere avendo al nostro fianco questi angeli custodi che Dio ci ha offerto. Angeli che ci hanno dato la vita, o ci hanno adottato in un gesto d'amore.
Angeli che ci istruiscano, ci educhino, ci amino.
Vogliamo avere una casa che ci protegga. Magari piccola, modesta, ma una casa. Perché la casa è fatta d'amore, con cemento di tenerezza e ricoperta con un tetto d'affetto.
Vogliamo un Paese che abbia a cuore l'istruzione dei suoi figli. Una nazione di pace che incoraggi il lavoro onesto, che valorizzi gli uomini di valore, che si preoccupi con lo sviluppo della cittadinanza.
Un Paese dove l'inno nazionale venga cantato spesso, non solo nel Giorno dell'Indipendenza; dove si rispettino i simboli nazionali, si valorizzino i colori della bandiera.
Un Paese dove si valorizzi il passato, si lavori sul presente e si crei il futuro.
Un Paese dove si dia valore allo studio, all'onestà e all'impegno individuale. Un Paese di uomini nobili, di politici che abbiano a cuore la gente, i loro fratelli.
Potete ascoltarci?
Vogliamo raggiungere il futuro. Avere un domani. Potete aiutarci?
Redazione del Momento Spirita, prendendo spunto dal messaggio
Quereres das crianças, per intermezzo dello Spirito Marina,
ricevuto da Maria Helena Marcon, nel Centro Espírita
Ildefonso Correia, il 20.3.2023.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 20.3.2024