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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Novembro de 2024
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ícone Strumento nelle mani di Dio

Qual è la mia missione? Non è una domanda che a volte ci viene in mente?

Vorremmo sapere perché ci troviamo qui, in cosa contribuiamo al miglioramento delle persone e del mondo.

Quando rimaniamo estasiati dall'esecuzione di un grande musicista, diciamo che la sua musica nutre la nostra anima, rievoca ricordi, ci fa emozionare.

Eppure, il primo violino dell'Orchestra Sinfonica del Paraná, direttore ospite e direttore assistente per alcuni anni, ha scoperto il meraviglioso significato della sua vita, in maniera sorprendente.

Proveniente da una famiglia di musicisti è Dottore in arti musicali presso la Michigan State University. È pronipote del maestro Bento Mossurunga, compositore dell'inno del Paraná.

Si può dire, quindi, che la musica sia nel suo sangue. Meglio ancora, nella sua anima.

Confessa di aver abbracciato il violino perché le sue tre sorelle suonavano il pianoforte e lui si era stancato di ascoltare per tante ore al giorno quello strumento.

Un giorno, visitando una zia ricoverata in ospedale, prese il violino e suonò per lei.

La musica attrasse molti pazienti. Si rese conto così dei benefici della musica ed iniziò a suonare, volontariamente, negli ospedali, nelle cliniche e nelle carceri.

Lui ci racconta fatti sorprendenti.

Ascoltandolo constatiamo veramente come Dio si serve degli uomini di buona volontà.

Una volta, suonando nel corridoio di un ospedale, arrivando davanti alla stanza di un uomo, si fermò.

Quando finì l'esecuzione musicale, vide che il paziente era in piedi, sulla porta semiaperta.

Paulo Torres lo guardò e gli desiderò che Dio fosse con lui. Sentì queste parole, tra le lacrime: Mi creda, maestro, Dio mi ha appena fatto visita.

Il violinista parla del potere della musica e di quanto si senta felice nel fare quello che fa. In uno degli ospedali di Curitiba suona settimanalmente, mentre visita molti altri.

Si emoziona quando racconta che, entrando in una stanza, vide una bambina che dormiva, mentre la madre, seduta accanto a lei, teneva la Bibbia aperta.

Lui eseguì una canzone religiosa, con anima e cuore e si accorse che la bambina aveva aperto gli occhi. Sembrava che volesse parlare senza che dalla gola le uscissero parole comprensibili.

La madre si precipitò sulla figlia, piangendo convulsamente. Medici e infermieri invasero la stanza.

Il maestro si preoccupò. Cos'era successo? Cos'aveva provocato? E, piano piano, uscì dalla stanza.

Fu allora che  la madre gli si avvicinò, lo abbracciò e gli disse: Grazie. Mia figlia era in coma da tre anni. La sua musica l'ha risvegliata.

Nelle sue interviste parla dei benefici dell'arte musicale e di come ha scoperto di essere uno strumento nelle mani di Dio.

Una signora gli raccontò che, in terapia intensiva, le era stata diagnosticata una morte breve. Religiosa, pregò intensamente Dio: Signore, dammi la prova che non mi hai dimenticata.

Il mattino dopo, il maestro visitò l'unità di terapia intensiva. Prese il suo strumento ed eseguì il canto religioso Non ti ho dimenticato.

Le lacrime sgorgarono dagli occhi della paziente.

Due settimane dopo, recuperatasi, incontrando il maestro nel corridoio dell'ospedale, gli baciò le mani, dicendo che era stato il portatore del messaggio divino.

Strumento nelle mani di Dio.

Dio voglia che anche noi possiamo scoprire come poter diventare un docile strumento, nelle mani divine.

Redazione del Momento Spirita, sulla base di dati raccolti
 da interviste del direttore d'orchestra paranaense (Brasile)
  Paulo Sérgio da Graça Torres Pereira.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 4.3.2024.

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