Era l'ultima refezione che farebbe insieme. È un momento di allegria, per la commemorazione della pasqua ebraica.
Si ricordano delle amarezze della schiavitù in Egitto e le allegrie della liberazione del legislatore ebreo Mosè.
I canti si susseguono, obbedendo al rito commemorativo. Si serve l'agnello, il pane senza sale e senza lievito, imbevuto nell'intingolo di erbe amare.
Si ricordano la benedizione e la protezione di Yaweh. Ed anche il momento dell'addio.
Un poco e poi non mi vedrete più, afferma Gesù. E come buon pastore li esorta: Miei figlioli ...
E fa raccomandazioni, parlando delle sofferenze che i Suoi seguaci dovranno affrontare, e tutti quelli che desiderassero impugnare la fiaccola della Buona Novità per illuminare la Terra.
La scure è posta alla radice, diceva il Maestro.
Ma, se ha parlato di dolore e sofferenze, non ha tralasciato di parlare di speranza e consolazione.
Per questo, osservando il clima di tristezza che involveva gli apostoli, a quell'ora profetizzò:
Non si turbi il vostro cuore. Credete in Dio. Credete anche in me. Vado a prepararvi un posto.
Dopo che sia andato e che vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi porterò con me, affinché, dove io starò, stiate lì anche voi.
Il Pastore annuncia il Suo viaggio, ma presenta i suoi obiettivi e afferma il Suo ritorno.
L'ora passa e Lui insegna:
Vi do un nuovo comandamento: amatevi gli uni agli altri come io vi ho amati. In questo tutti riconoscheranno che siete miei discepoli: si vi amerete gli uni agli altri.
E sentenzia:
Io sono il cammino, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
È un momento solenne. I minuti si succedono veloci, come se desiderasse che quel congedo non si allungasse.
Ma il Maestro dei maestri ha ancora qualcosa da dire:
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa che cosa fa il suo padrone. Vi ho invece chiamato amici, perché tutto quello che ho sentito dal Padre mio, l'ho manifestato a voi.
Vi ripeto: amatevi gli uni agli altri.
E, come in un testamento, manifesta la Sua donazione finale:
Vi lascio la pace: vi do la mia pace.
Non ve la do come il mondo la dà.
Amatevi come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di chi dà la propria vita per i suoi amici.
Sarete miei amici, se siete amici gli uni degli altri.
La notte è profonda. Forse la luna avrà nascosto la sua faccia rotonda e argentata, per asciugare il proprio pianto.
L'Agnello sarà immolato.
* * *
Lui ritornerebbe dopo la morte per testimoniare che la morte non esiste.
E quando arriva, Si presenta a quel gruppo di uomini spaventati, come un'equipe senza capo e li saluta:
La Pace sia con voi!
E rimarrebbe con loro per giorni e giorni.
Giorni di sole, notti di stelle e chiaro di luna.
Per le strade della Galilea e della Giudea, per le spiagge di mare e di lago, sulle montagne dove i pastori pascolano il loro gregge, nelle pianure dove i contadini tagliano il grano, tutti sentono che Lui può essere, che Lui può venire, all'improvviso e dire:
"La Pace sia con voi!"
Certezza della Sua presenza. Amico, Maestro, Signore: Presente!
Non dimentichiamoci di questo.
Redazione del Momento Spirita, basato nel Vangelo di San Giovanni,
cap. XIV e con paragrafo preso dal cap. LXXII, dal libro Vida de Jesus,
di Plinio Salgado, ed. Voz do oeste.
Il 15.09.2010.