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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Novembro de 2024
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Nel glorioso mattino di quella domenica, pie donne, che avevano osservato che il corpo di Gesù, deposto in tutta fretta dalla croce, prima dell'inizio del sabato giudaico, non era stato adeguatamente preparato per la sepoltura, si recarono al sepolcro.

Non sapevano che era stata montata una guardia continua, su richiesta dei sacerdoti del Tempio e per volere di Pilato. E non pensavano nemmeno a come rimuovere la grande pietra che chiudeva la tomba.

Semplicemente decisero di svolgere il compito e iniziarono a camminare. Lungo il cammino, Giovanna Cusana, Salomé, madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, si fermarono in città per acquistare aromi e bende di lino, per offrire degni omaggi al corpo del Maestro.

Maria Maddalena andò avanti. Prima di vendere la sua magione e licenziare la servitù, compresi i profumieri che aveva al suo servizio, aveva separato delle essenze preziose, che tenne per sé nella sua nuova vita.

Ora le portava con sé  per la giusta preparazione del corpo del tanto amato Maestro. Erano unguenti e profumi, come richiedeva la consuetudine.

Giunta al luogo di sepoltura, osserva la pietra rimossa, la tomba vuota. Va via piangendo, cercando di capire cosa potesse essere successo: Qualcuno aveva rimosso il corpo? Qualcuno l'aveva rubato? Perché? E dov'era stato posto?

Vedendo un uomo, di spalle, immaginando che fosse il giardiniere, che si prendeva cura delle rose selvatiche e del luogo, gli chiede: Dove hanno portato il corpo del mio Signore?

Lui si gira. Tutto nella luce, tangibile e vivo. È Lui! È Gesù!

Lei si lancia al Suo incontro, a braccia aperte. Vuole abbracciarLo e affogare in quel seno benedetto la tristezza delle ultime ore e l'immensa nostalgia che le opprime il cuore.

Lui la trattiene: Non toccarmi, non sono ancora salito al Padre mio.

Raggiante di felicità, torna in città per portare l'annuncio della gloriosa risurrezione.

Gesù vive! Io L'ho visto!

Ad eccezione di Maria, madre di Gesù, presente tra i discepoli nel cenacolo, gli altri restano increduli. Pietro e Giovanni si recano al sepolcro, per verificare la veridicità della notizia.

I discepoli  Lo avrebbero visto e Gli avrebbero parlato lungo la strada verso Emmaus, uscendo da Gerusalemme.

E, nei giorni che seguirono, i Suoi ricevettero la Sua visita fra sorpresa e ammirazione. Era tornato dalla terra della morte, sconfiggendo la tanto temuta megera.

Morto, sepolto, resuscitato. E la Sua identificazione, come aveva fatto al pozzo di Giacobbe, con la donna samaritana, si sarebbe ripetuta in molte occasioni:

Sono io.

Sono io, Gesù di Nazareth, che sono stato innalzato sul legno dell'infamia.

Sono io, il Cristo, che rappresenta la risposta del Padre ai figli sofferenti del pianeta.

Sono io, che ho trasformato la croce del martirio in un segno di luce, collegando il cielo delle benedizioni spirituali alla Terra sofferente degli uomini.

Sono io, come Lui aveva espresso tante volte, nella Sua missione messianica: Sono io la Via che conduce al Padre.  Sono io la Verità che libera e la Vita autentica. La luce del mondo.

Io sono il re della vita, che ha vinto la morte. Io sono il Signore degli Spiriti. Ascoltami. Sono io.

Redazione del Momento Spirita
Traduzione di Fabio Consoli
Il 4.12.2023

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