Ci siamo mai fermati a pensare che essere felici possa avere più a che vedere con una decisione che con un insieme di circostanze ed eventi attesi?
In un primo momento può sembrare ingenuo parlare di felicità in un mondo come questo, giusto?
Chi la pensa così parte da un principio contaminato da un'idea principale: che la felicità dipende da fattori esterni a noi.
È un luogo comune, costruito dalla visione materialista della vita nel corso dei tempi.
Ed è fragile e pericoloso perché facciamo dipendere la felicità da fattori che, nella maggior parte, sfuggono al nostro controllo: ricchezza, bellezza fisica, potere, successo.
E se immaginassimo la decisione di essere felici come una lente che mettiamo davanti ai nostri occhi?
Proprio così, un modo diverso di vedere le stesse cose, di affrontare gli stessi problemi quotidiani.
In questo modo, eliminiamo molto di ciò che è esterno e passiamo all'interno, perché chi decide come vedere le cose, qual è il loro significato, il loro valore, è ognuno di noi, individualmente.
Ma, e se i nostri valori interiori sono contaminati? Se la nostra lente distorce le cose?
Consideriamo, in primo luogo, che ogni lente è unica. Non aspettiamoci mai l'uguaglianza.
In secondo luogo, viene lo sviluppo della visione spirituale della vita, che, in molti modi, rende le nostre lenti più chiare, più sensibili e più mature.
Crescere intellettualmente, soprattutto, nelle virtù morali, scolpisce lenti sagge nell'anima.
Facendo così, ci renderemo conto che avremo scelto una vita pacifica, e più felice.
La scelta non ci esonera in alcun modo da disavventure, sofferenze e dure prove. Tuttavia, il modo in cui affronteremo tutto ciò sarà diverso.
I mali diventano sfide. Le disgrazie diventano lezioni preziose. Le malattie sono processi di liberazione.
Le piccole bellezze di ogni giorno, le meraviglie dell'Universo perfetto, l'equilibrio delle leggi maggiori, si avvertiranno più frequentemente.
Ecco qui la lente modificata, la proposta di essere felici.
Quando, sul nostro percorso terreno, vediamo solo sofferenza, solo sconfitta, abbiamo bisogno di un aiuto diretto.
Le patologie mostrano sempre di più che alcune lenti arrivano a distorcere la realtà in modo così significativo che da soli non siamo in grado di risolvere la situazione.
Non è demerito chiedere aiuto. Al contrario, è un segno di saggezza, di coscienza, di risveglio.
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La vita è una benedizione e dev'essere mantenuta sana, felice, promettente, anche sotto l'ingiunzione liberatrice delle prove e delle espiazioni.
Rendiamo gradevole la nostra vita, facendo del nostro meglio, amando noi stessi, il prossimo e Dio, perché così non ci mancheranno mai motivi per essere felici.
E ogni volta che lo sconforto busserà alla porta, ricordiamoci della decisione di essere felici, la decisione di ogni mattina.
Decisione della nostra vita, quando, prima di giungere a quest'altra incarnazione, dalle finestre del mondo spirituale abbiamo detto:
Sarò felice, continuerò a costruire la mia felicità interiore, prendendomi cura del bene di tutti, in un'altra benedetta immersione, in questo caro pianeta, che mi accoglie a braccia aperte.
Redazione del Momento Spirita
Traduzione di Fabio Consoli
Il 31.7.2023.