Ogni giorno, a mezzogiorno, un povero vecchietto entrava in chiesa e, pochi minuti dopo, ne usciva. Un giorno, il sagrestano gli chiese cosa faceva, visto che in chiesa c'erano oggetti di valore.
Vengo a pregare, rispose il vecchietto.
Ma è strano, disse il sagrestano, che tu riesca a pregare così in fretta.
Beh, rispose il vecchio, io non so come dire quelle preghiere lunghe. Ma ogni giorno, a mezzogiorno, entro in chiesa e dico:
"Ciao Gesù, sono Peppino. Sono venuto a trovarti."
Dopo un minuto, esco. È solo una piccola preghiera, ma sono sicuro che Lui mi ascolta.
Qualche giorno dopo, Peppino ebbe un incidente e venne ricoverato in un ospedale. In infermeria iniziò a esercitare una grande influenza su tutti.
I malati più tristi diventaronoo allegri e, in quell'ambiente dove prima si udiva solo pianto, ora si sentivano molte risate.
Un giorno, la suora responsabile del reparto si avvicinò a Peppino e commentò: Gli altri pazienti dicono che sei sempre così allegro, Peppino...
Il povero malato rispose prontamente: È vero, sorella. Sono sempre molto contento! E le dico che è per via di quella visita che ricevo tutti i giorni. Mi rende immensamente felice.
La sorella rimase incuriosita. Aveva già notato che la sedia accanto al letto di Peppino era sempre vuota. Quel vecchietto era solitario, senza nessuno.
Chi ti visita? E a che ora? Gli chiese.
Beh, sorella, tutti i giorni a mezzogiorno, Lui viene e resta ai piedi del letto per qualche minuto, forse secondi... Quando Lo guardo, Lui sorride e mi dice:
"Ciao Peppino, sono Gesù, sono venuto a trovarti".
* * *
La storia è semplice e il suo autore è sconosciuto.
Tuttavia, l'insegnamento che contiene ci fa riflettere profondamente.
Ci parla di fede, semplicità, dedizione e perseveranza.
Chi di noi riserva, come Peppino, qualche minuto per parlare ogni giorno con Gesù?
Molti confondono ancora la preghiera con un mucchio di parole che escono dalla bocca, prive di sentimento e di umiltà.
Quanti di noi hanno tanta perseveranza, sia nei momenti di gioia che in quelli di dolore, per elevare il pensiero a Gesù, e confidargli la nostra intimità, con la certezza che Lui ci ascolterà?
La preghiera è un ponte che si estende dall'anima oppressa per permettere al sollievo di raggiungerla.
È il filo misterioso, che ci mette in comunione con le sfere divine.
È un balsamo che guarisce le nostre ferite interiori.
È un tempio, nella cui dolce intimità troveremo pace e rifugio.
Insomma, per le ombre della nostra anima, la preghiera sarà sempre un'alba liberatrice, piena di rinnovamento e di luce.
È importante che coltiviamo la fede incrollabile nelle leggi sovrane che regolano la vita e di cui il Sublime Galileo ci ha portato notizia.
È necessario pregare, anche se soltanto con una nostra preghiera semplice, purché sia mossa dal sentimento.
* * *
Pregando, giungerai al Signore, che ti ha dato, nella preghiera, un mezzo sicuro di comunicazione con l'infinita bontà di Dio, dove disseterai lo Spirito afflitto...
Redazione del Momento Spirita basata su una storia di
un autore sconosciuto, e pensieri estratti dalla você
Oração, dal libro Dicionário da alma, di vari Spiriti,
psicografia di Francisco Cândido Xavier, ed. FEB e dalla você
Oração, dal libro Repositório de sabedoria, v. 2, dello Spirito
Joanna de Ângelis, psicografia de Divaldo Pereira Franco, ed. LEAL.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 13.4.2023.