In quella gelida mattina d'inverno, tutti gli occhi erano puntati su Washington, capitale degli Stati Uniti.
Non era appena una qualsiasi gelida mattina d'inverno nella capitale americana.
In quelle ore mattutine si rinnovava il rito democratico iniziato più di due secoli fa in quel Paese: il giuramento dell'ennesimo presidente democraticamente eletto.
Il fasto e l'etichetta, come si addice a questi eventi, sebbene limitati dalla pandemia, in quel 2021, erano presenti.
Tuttavia, tra politici esperti, artisti famosi, celebrità e autorità, emerge un volto giovane, dallo sguardo gentile.
Si presenta sul pulpito e la sua figura snella, la bellezza della sua carnagione nera, colpita dal freddo mattutino, attira l'attenzione.
Non più di ventidue anni, appena uscita dalla prestigiosa Università di Harvard, dove si è laureata con lode in sociologia, eccola pronta a declamare una sua poesia.
E Amanda Gorman, la giovane poetessa, proclama al mondo:
Quando arriva il giorno, ci chiediamo, dove possiamo trovare luce in questa ombra infinita.
Colmiamo il divario, perché sappiamo che, per poter mettere il nostro futuro al primo posto, dobbiamo mettere da parte le nostre differenze.
Deponiamo le nostre armi in modo da poter estendere le nostre braccia gli uni agli altri.
Non cerchiamo il male, cerchiamo l'armonia per tutti.
Lasciamo che la terra, se non altro, ci dica che questo è vero:
Che anche nella tristezza, possiamo crescere;
Che anche nella sofferenza, possiamo trovare speranza;
Che anche nella stanchezza, ci abbiamo provato;
Che saremo per sempre uniti, vittoriosi, non perché non conosceremo mai più la sconfitta, ma perché non semineremo mai più divisioni, di nuovo.
La Scrittura ci dice di immaginare che ognuno siederà sotto la propria vite e il proprio fico.
E nessuno ci spaventerà.
Se vogliamo vivere secondo il nostro tempo, allora la vittoria non sarà nella lama, ma in ogni ponte che creeremo.
Le sue parole sono echeggiate da quel palco nel mondo.
Sui social, parti del suo intervento sono state commentate, inoltrate, taggate, più di ogni altra autorità o artista prestigioso presente.
È quel che succede quando ascoltiamo col cuore.
Era il giuramento del carico più potente del mondo. Il presidente della nazione con il più grande esercito del mondo.
Ma Amanda ci ha parlato di pace, comprensione e armonia.
Ci ha invitato a deporre le armi per poter abbracciare il nostro prossimo.
E ci ha ricordato che la nostra vittoria sarà nei ponti che costruiamo e non nella lama che può ferire.
Sono riflessioni che tutti noi dobbiamo fare.
Viviamo giorni di tumulto e di abbandono etico.
Giorni in cui ci si arricchisce a discapito dei dolori atroci e delle tombe di tanti.
Giorni in cui la violenza e la barbarie sembrano essere il fulcro del comportamento umano.
Ma non lasciamoci trasportare da questa minoranza rumorosa.
I maligni sono audaci, ma presto periranno, perché solo il bene e il bello sono duraturi.
Allora, nei giorni di sconforto e tristezza, ascoltiamo il canto della giovane poetessa a ricordarci che non conosceremo più la sconfitta, perché non semineremo più la separazione.
Redazione del Momento Spirita
Traduzione di Fabio Consoli
Il 4.5.2022.