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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Novembro de 2024
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ícone Chi si prende cura di me

Una scuola nello Stato di San Paolo [Brazil) ha avuto un'idea insolita: sostituire le tradizionali celebrazioni della Festa della mamma e della Festa del papà, con quella che hanno chiamato Giornata di chi si prende cura di me.

L'iniziativa è lodevole, denota accoglienza e rispetto verso tutti, visto che molti bambini non hanno uno dei genitori e, in quei giorni, si sentono in imbarazzo.

In pratica, il collegio ha solo cambiato il nome della consueta celebrazione e ha creato nel proprio calendario due giornate annuali speciali per rendere omaggio agli uomini o alle donne che si prendono cura dei bambini, abbracciando anche le diverse costituzioni familiari.

Ci siamo resi conto che con l'arrivo delle tradizionali celebrazioni familiari, quegli studenti che non avevano una madre o un padre, o che non potevano convivere con loro, erano molto tristi di non averli tra il pubblico.

Quindi siamo passati alla Giornata di chi si prende cura di me. Tutti si sentono integrati, i bambini si sentono più sicuri - racconta la vicedirettrice dell'istituzione.

La scuola ha studenti di età compresa tra i sei e i dieci anni.

La Giornata di chi si prende cura di me è una festa aperta a tutti, padri, madri, nonni, zii, fratelli o chiunque il bambino voglia invitare e rendere omaggio.

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Chi si è preso cura di te? Cerca fra i tuoi ricordi quali sono state le persone principali che hanno fatto parte di questo primo periodo di cure, che ti hanno dato attenzioni, affetto, sostegno.

Ricordati della persona o delle persone che si sono dedicate a farti arrivare dove sei oggi. Di chi ha rinunciato alla sua vita o a parte di essa perché tu potessi crescere.

Qualcuno si ricorderà della figura della madre o del padre. Qualcunaltro, forse, includerà delle figure diverse.

Chissà, magari qualcuno si ricorderà di una nonna a lui cara, che gli ha fatto da madre, o di una zia o di uno zio che lo ha accolto con profondo amore.

Altri possibilmente si ricorderanno di qualcuno che lavorava in casa, una governante, una badante, una tata. Anime gentili che hanno creato un legame prezioso nei primi momenti della vita sulla Terra. Legami indimenticabili.

Chissá forse qualcuno si ricorderà di un maestro che è stato un primo sostegno in determinati anni della sua esistenza. Di qualcuno che lo ha sponsorizzato per il suo progetto di vita, che ha pagato per i suoi studi, lo ha incoraggiato in modo speciale.

Tutti abbiamo avuto qualcuno che si è preso cura di noi. La fragilità della nuova esistenza corporea ci rende completamente dipendenti dagli altri. Qualcuno doveva assumersi questo meritevole lavoro.

Prendersi cura è essere presenti, è conoscere in profondità, è partecipare alla vita, ai momenti belli e brutti.

Prendersi cura è, a volte, dover sostenere l'altro, perché siamo esseri imperfetti e le nostre carenze morali infastidiscono, feriscono.

Prendersi cura è condividere, è donare e donarsi senza pretendere nulla in cambio.

Riserviamo qualche momento durante la nostra preghiera quotidiana per ricordare coloro che si sono presi cura di noi.

Non dimentichiamoci di essere grati, non dimentichiamoci di essere riconoscenti. Non esiste cosa peggiore dell'ingratitudine.

Facciamo anche in modo di aver cura di mantenere questo legame così bello creato nel tempo, che ci dà forza e coraggio per continuare.

Chi si è preso cura di noi è parte di ciò che siamo diventati oggi.

Chi si è preso cura di noi ha iniziato a scrivere la nostra storia insieme a noi. Un'esecuzione a quattro mani.

Redazione del Momento Spirita, sulla base di un servizio
del sito sonoticiaboa.com.br del 12 maggio 2019
Traduzione di Fabio Consoli
Il 24.3.2022.

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