Tu sei ferito. Qualcuno ti ha fatto qualcosa che ti lasciato cosí, deluso, irritato, forse persino indignato.
Può essere stato qualcosa di piccolo, un gesto, una parola strana inattesa o un'attitudine rude. O proprio la mancanza di un'azione davanti ad una determinata situazione.
Ti senti ferito. É giusto. Ti é stao fatto del male. E duole ancora di più quando questo succede nei momenti in cui stiamo cercando di aiutare o facendo qualcosa di buona volontà. É la ferita dovuta all'ingratitudine dell'altro.
Ci hai pensato sopra da qualche tempo, da qualche ora, da qualche giorno. A volte, te ne dimentichi, ma subito qualcosa ti fa ricordare l'accaduto.
É un fastidio costante, non te ne accorgi? Come se il pensiero volesse andare a tante altre cose più importanti, ma non ci riesce.
Meglio pensare ad una soluzione.
Prima di tutto é importante capire che ci troviamo in un mondo dove tutti abbiamo ancora delle spine e, naturalmente, queste spine finiscono col ferire chi ci é più vicino.
Oggi hai ricevuto una piccola fitta dolorosa. Domani sará una delle tue proprie spine che potrà graffiare qualcuno.
Un'altra questione da analizzare é la nostra sensibilità.
Molti di noi, dovuto a dei conflitti intimi, sono supersensibili, estremamente suscettibili. Delle piccole cose ci attingono e facciamo uno scandalo per via di dettagli che non hanno la mínima importanza.
Possiamo pensare che la abbiano, ma se ci consultiamo con alcune persone, chiediamo consiglio, indaghiamo le nostre ragioni, ci renderemo conto che il mostro non é poi cosí grande.
Per qualche motivo che sconosciamo, lo rendiamo più grande di quello che veramente é.
Sono sentimenti di suscettibilità, di ego ferito. A volte ci sentiamo feriti e la persona che ci ha ferito non ha la mínima idea di quel che ha fatto o omesso di fare, perché semplicemente ha agito naturalmente, senza voler ferire.
Siamo stati noi ad autoferirci, ad esserci lasciati attraversare perché abbiamo offerto una superfície molto fragile, che ha bisogno davvero, di trattamento.
Ma, se la ferita persiste ancora, se é autentica, e realmente vogliamo sentirci liberi da questo triste sentimento, abbiamo bisogno di un processo di liberazione.
Non vuol dire gettare sotto il tappeto, o far finta che non é successo, perché questo non risolve niente, ma cercare risposte in noi e nell'altro.
Perché sará che cio é successo? Sará che non vale la pena un dialogo? Sará che l'altro sa che ci ha ferito?
A volte, tutto può essere dissolto, in un breve e fraterno dialogo.
Forse abbiamo capito in modo sbagliato quello che l'altro ci ha fatto o detto.
Per finire, comprendiamo e perdoniamo. Mettiamo da parte il pensar male dell'altro. Optiamo per nuovi pensieri. Sostituiamo gli eventi negativi con i ricordi positivi di questa persona.
E inoltre, se possibile, se possiamo offrire l'altra guancia, la guancia dell'amore, é ancora meglio. Restituiamo l'offesa con favori, con una parola amica.
Anche se può essere difficile in un primo momento, cerchiamo di capire che si tratta di un processo terapeutico nel quale sostituiamo la provocazione, la ferita, la rivolta, con l'indulgenza e la generosità.
Non serbiamo veleno dentro di noi. Non permettiamo che il granello di polvere diventi un mare di fango
La vita é superiore a questi piccoli problemi.
Redazione del Momento Spirita
Traduzione di Fabio Consoli
Il 18.8.2021.