Grandi pensatori, studiosi e formatori d'opinione ci hanno lasciato contributi notevoli nell'ambito dell'educazione.
Hanno discusso il concetto, i metodi di studio e diverse altre sfumature della tematica educativa.
Alcuni elementi, tuttavia, sono comuni nelle tesi e dottrine di questi missionari della Terra. Uno é quello che riguarda l'affetto.
Comenius, conosciuto come il creatore della Pedagogia Moderna, affermava all'inizio del secolo diciassette:
I maestri conquisteranno con tanta facilità il cuore dei bambini a tal punto che loro avranno più voglia di passare il tempo a scuola di che a casa, se saranno affabili e dolci, se non li spaventeranno in nessun modo con l'essere austeri, ma, al contrario, li attrarranno con affetto, gesti e parole paterne; se esalteranno gli studi che stanno realizzando, per la loro importanza, per la loro facilità e per il piacere che proporzionano... In una sola parola, se li tratteranno con affabiliilità.
Jean Jacques Rousseau propose un'educazione innovatrice intorno al secolo diciotto. Era una proposta d'incentivo all'espressione delle tendenze naturali del bambino, invece di reprimerle o disciplinarle, come era più comune a quel tempo.
Diceva che l'educazione nell'infanzia dovrebbe essere fatta con amore ed affetto, non con punizioni e castighi, per mezzo di esempi pratici, suscitando nel bambino la naturalezza, soprattutto i buoni sentimenti, lasciando in secondo piano l'aspetto teorico e razionale.
Dopo di lui, come uno dei principali successori, sorse Johann Heinrich Pestalozzi, pedagogista svizzero che difendeva che la scuola doveva essere non soltanto una estensione della dimora, ma bisognava anche ispirarsi ad essa per offrire un'atmosfera di sicurezza ed affetto.
Seguirono altri: Steiner, Montessori, Piaget... La lista é lunga.
Tutti loro portarono la bandiera dell'affetto, perché compresero che si impara soltanto quando é coinvolta la componente dei sentimenti.
Per quel che riguarda l'apprendimento morale ciò si amplia ancora di più, visto che l'arte di formare il carattere, come espresse Kardec, é un'arte che dev'essere realizzata con osservazione, tatto ed esperienza, e se non ci fosse l'affetto, il vincolo amoroso permeando tutto questo, otterremmo appena condizionamenti e non costumi acquisiti.
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Affetto non può essere confuso con permissività.
L'essere amorevole con i figli non significa soddisfarne tutte le loro voglie, o semplicemnte riempirli di coccole e regali.
L'affetto risiede nel vincolo, nella presenza costante, nell'avvicinamento dei sentimenti, nel dialogo tranquillo per risolvere i problemi.
Essere affettuoso é essere enérgico con rispetto, chiarendo le ragioni delle attitudini prese dall'educatore, e concedendo anche spazio all'ascolto.
Voler aggradare sempre non vuol dire amare, se queste affettuosità finiscono per diseducare i nostri piccoli e giovani.
Che possiamo vivere un affetto profondo nelle nostre relazioni, però, facciamo sí che sia fondato sul buon senso e sulla ragione, pensando a ciò che é meglio per l'educando e non appena per l'educatore.
Redazione del Momento Spirita, con citazioni dal libro
Didática Magna, de Iohannis Amos Comenius, ed.
Martins Fontes.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 2.7.2021.