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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Novembro de 2024
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ícone La grande maestra

La vita non è vissuta da tutti della stessa forma. Ognuno ha la sua maniera particolare di vivere, di sentire. Fino a ricevere ed affrontare le difficoltà che ci arrivano.

Ed è interessante osservare le persone che soffrono intensi dolori, che passano i giorni immersi in gravi problemi e, intanto, mantengono il sorriso sulle labbra e la volontà di vivere.

Coloro che li guardano da lontano, inconsapevoli dei drammi che affrontano, credono di essere creature assolutamente felici, senza alcuna difficoltà a raggiungerle.

Sembrano piante che fioriscono nel mezzo dell’inverno. Qualcosa di simile all’Ipê, quest’albero testardo.

Mentre gli altri scelgono di fiorire nel clima mite della primavera e nei giorni caldi e con le piogge estive, esso decora il periodo finale dell’inverno.

Indifferente alle basse temperature, ci presenta i suoi fiori gialli, bianchi, viola in abbondanza.

E quando arriva il vento freddo, lui gli consegna i suoi rami, e si lascia spogliare dei bei fiori, ricamando il pavimento.

Pieno di speranza, aspetta la primavera.

Che bello sarebbe se fossimo come l’Ipê, offrendo le nostre fioriture di sentimenti al mondo, anche nel periodo invernale delle nostre esistenze.

O che imitassimo quegli altri fiori che ottengono lo splendore proprio nel freddo, come le gerbere, parenti delle margherite.

O il tulipano che esige, per la sua crescita, il clima freddo. O la camelia che mostra il suo splendore in pieno inverno.

I periodi invernali ce li abbiamo tutti. Quelli che con l’aria fredda della solitudine ci puniscono, i problemi cadono su di noi come fiocchi di neve cadendo, in modo incessante, sulle nostre teste.

O ancora la pioggia sottile, fredda delle difficoltà che si fa insistente.

Che bello sarebbe fiorire mentre gli altri si dimostrano intorpiditi, addormentati nelle ore invernali. Fiorire nel mezzo della stagione fredda dei sentimenti degli altri.

Fiorire nel mezzo dell’indifferenza di tanti.

Fiorire quando i cuori già si sono spogliati delle speranze ed i visi carichi dicono delle preoccupazione che ci rubano le ore.

Offrire fiori colorati quando il cielo si presenta grigio, le nuvole cariche, con gli annunci di pioggia intensa, più avanti.

Magari fosse possibile essere come la natura che si rinnova, con lo splendore, dopo la tempesta che ci ha fatto soffrire, e ha rotto i rami e abbattuto i fiori.

Se fosse possibile ristabilirci come il bambù, che si piega alla furia del vento e, passata la tormenta, si alza, fresco, di nuovo.

Abbiamo tanto da imparare dalla natura che ogni giorno ci insegna forza, buon umore.

Che non si rovina con la distruzione perché riconosce il suo potere di rinascere.

Che dopo la tempesta, ci offre l’aria pulita, sottile e aspetta l’arrivo della macchina del sole, trionfante, versando l’oro.

Che, capricciosa, dipinge le nuvole di colore mentre scolpisce forme delicate che si riempiono di idee le testoline dei bimbi: pecore, leoni, un’aquila…

Sì, la natura è la maestra esemplare. Se la osservassimo di più, sarebbe possibile scoprire come essere più felici, imitandola.

Non ci sarebbe permessa la disperazione davanti ai tormenti dell’anima, neanche la depressione davanti ai contrattempi che la vita ci presenta.

Natura. Opera delle mani Divine che ci offre la bellezza, l’armonia, l’insegnamento di vivere bene.

Impariamo con lei, la nostra madre natura.

Redazione del Momento Spiritista.
Traduzione di Roberta de Rosis e Costanza Cabras.
Il 4.6.2018.

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