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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Novembro de 2024
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ícone Ricordi nostalgici di un bambino
 

Ah, la mia mamma, quanta nostalgia! Sei partita da 53 anni e mi rivedo ancora bambino, piangendo l'assenza della tua presenza.

Avevo solo 4 anni, quando tu sei andata via, lasciando il papà vedovo ed io orfano.

La tua mancanza causò profondi cambiamenti nella mia vita.

Non è stato solo l'affetto materno che mi è mancato. Ho dovuto lasciare la mia casa, per ser allevato da mia nonna e dalla mia madrina.

Tutto è cambiato. L'infarto che ti tolse la vita fisica, finì i miei sogni di bambino spensierato.

Quando i miei compagni di classe reclamavano delle loro madri, io reclamavo dell'assenza della mia.

Ti ho cercato in molte madri, cercando di incontrare qualcuno che mi potesse dare l'affetto materno che io sognavo.

Quella che mi accoglieva a casa sua, il fine settimana, assieme a suo figlio, sentivo che lì c'èra troppa disciplina.

Io desideravo mangiare uova, molte uova, mi piaceva il sapore dei tuorli teneri.

Ma, in quella casa c'èra una regola: lì nessuno poteva mangiare più di un uovo.

Solo uno. Non perché non ci fossero o fossero pochi, ma perché la signora aveva paura di un certo colesterolo.

Io non riuscivo a capire, ma percepivo che quella non avrebbe potuto essere mia madre. Perché mia madre avrebbe lasciato soddisfare la voglia di un bambino goloso.

Un'altra volta, che mi ha accolto in un allegro giorno festivo, ho pensato di trovare la madre tanto desiderata.

Tuttavia, subito scoprii, quando ho desiderato aver un pò di tempo libero per il riposo, che lì esisteva un'altra regola: il lavoro.

E lavoro pesante: zappare tutto il terreno. E, mi ricordo che, per me bambino, era enorme, quasi interminabile

Con certezza, mia madre mi lascerebbe riposare, approfittare il tempo libero e mi prenderebbe anche fra le sue braccia per molto tempo.

Ah, la mia mamma, quanta nostalgia nei giorni di festa, quando venivano tutte le mamme, meno la mia, nei trionfi scolastici, nei ricevimenti di menzione onorevole, in cui le altre mamme commemoravano, applaudendo i loro figli, meno la mia; nelle festività del giorno delle mamme, quando tutti preparavano le letterine, doni per le loro mamme e potevano farle una sorpresa, tutti eccetto io.

Come ho desiderato le tue braccia. Quante notti ho pianto la tua mancanza.

Ho imparato che la vita continua, oltre il portone della morte. Ma se era così, perché non venivi ad abbracciarmi, rompendo la barriera fra il mondo invisibile ed il materiale?

Sì, ho avuto l'affetto della nonna che mi ha ninnato. Ma io volevo sedermi in grembo a mia madre.

La nonna faceva quello che poteva, nella stanchezza dei suoi anni e nelle sue condizioni.

Io volevo mangiare pane con il burro ed il formaggio. La nonna mi diceva che dovevo scegliere: o l'uno o l'altro.

Ed  io pensavo: Se fosse mia madre, potrei mangiare i due.

Ti ho idealizzato sempre più bella e più tenera di ciò che i miei ricordi mi mostravano.

Ti ho aspettata ogni giorno e tutte le notti del mio crescere solitario, vincendo gli anni dell'infanzia, dell'adolescenza.

Ora, trascorsi 53 anni, tu mi appari, attestando che la vita non muore e che l'affetto non finisce.

Sorgi bella, colta e saggia per servirti di me come vaso mediunico, filtrando i tuoi messaggi

Ciò che tu scrivi, per mezzo delle mie mani, per me, tuo figlio e per i figli di tutte le madri, addolcisce il dolore della mia nostalgia sempre presente.

Allora ringrazio Dio per la tua assenza nel passato, che mi ha fatto una fortezza morale; e per la presenza vicino a me, nei momenti attuali, quando tracci i raggi di luce che nascono dalle mie mani.

Grazie, Dio per avermi dato mia madre.

 

Redazione del Momento Spirita, partendo da fatti reali della vita
dell'oratore spirita Raul Teixeira.
Il 11.07.2010.

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