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Momento Espírita
Curitiba, 29 de Março de 2024
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ícone Bambini, i nostri maestri

Viviamo in un’epoca davvero interessante. Insieme a tanto disamore, succedono esempi di altruismo e solidarietà.

Indipendentemente dall’essere o no religiose, le persone cominciano a scoprire che non si può essere felici vicino alla disgrazia altrui; che non si può godere i beni della Terra, ciecamente e pazzamente, mentre molti hanno bisogno del poco; che non si può parlare della pace nel mondo se non la coltiviamo nel proprio giardino.

Finalmente, che l’uomo potrà raggiungere la felicità idealizzata soltanto se imparerà a collaborare e a costruire insieme.

In questo impegno, con una crescente speranza, si vedono associazioni, imprese, istituzioni che investono in qualità della vita, in sostenibilità, in cooperazione mutua.

Siamo, sulla Terra, un grande essere collettivo. Quello che colpisce alcune persone, raggiunge altre.

Pertanto, abbiamo guardato con allegria un’esperienza realizzata con bambini di diverse età.

In coppia, ragazzi e ragazze sono stati portati a un tavolo, davanti a cui si sono seduti.

Gli è stata data l’orientazione di ricevere una merenda e, perciò davanti a loro c’era un piatto coperto da una campana di vetro.

Ancora seduti, aspettavano l’autorizzazione per potersi servire. Quando, finalmente levavano la campana di vetro, scoprivano che, per ogni coppia uno riceveva un piatto vuoto.

Le reazioni sono state diverse. Alcuni ridevano, altri si stupivano. Bambini con pochi mesi d’età semplicemente giocavano con la campana di vetro, preoccupati di scoprire cosa era quella roba, altro che con l’assenza del contenuto sul piatto.

Un’azione intanto è stata costante: la divisione del panino.

Nessuno ha bisticciato. Nessuno ha pianto. Nessuno si è lamentato.

La divisione è stata fatta in diversi modi. Uno ha ripartito il pane e dopo aver paragonato i pezzi ne ha dato il più piccolo al compagno. Ma almeno gliene ha dato.

L’altro ha dato il panino intero al compagno che ha fatto la divisione.

Pezzi grandi, piccoli, irregolari. Ma tutto tra risate e spontaneità, offerto, consegnato, condiviso.

E mangiato con piacere.

*   *   *

Como avremmo reagito, noi adulti, davanti al piatto vuoto? Avremmo invocato subito i diritti uguali e avremmo fatto il discorso riguardante l’ingiustizia?

Saremmo rimasti depressi perché ci hanno lasciato di lato, umiliati, dimenticati? Perché uno è stato aggraziato con un saporoso panino e niente ci è stato offertato?

Il modo in cui avremmo reagito davanti al piatto vuoto ci dice anche in che modo riceviamo la contrarietà.

Ci arrabbiamo, ci sentiamo abbandonati dalla Divinità, evitiamo di lottare?

Oppure, come i bambini, apriamo un sorriso, guardiamo intorno, credendo che avrà sempre qualcuno che renda mite il dolore e la necessità? Che un amico ci stia vicino  e ci offra quello che ha.

Cerchiamo di cambiare  il modo di pensare. Lamentarsi di meno e agire di più. Esigere meno e donare di più. Dividere il poco, condividere il molto.

Impariamo con i bambini e apriamo un sorriso, con la faccia illuminata, illuminando la vita.

 

Redazione del Momento Espírita.
Traduzione di Rossana Amatuzzi.
Il 3.5.2013.

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