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Momento Espírita
Curitiba, 04 de Maio de 2024
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ícone Re Solare

Fu annunciato, per secoli, dai profeti d'Israele.

Fu atteso come il Liberatore, il Messia, l'Unto del Signore.

I messaggeri celesti testimoniarono in altri scritti, che Lui è l'unico essere perfetto che la Terra abbia mai conosciuto.

Lui è il Maestro, il Cristo. Governatore Planetario, venuto tra gli uomini, prendendo un corpo di carne e vivendo in mezzo a noi, per quasi trentatré anni.

Figlio di un falegname, esemplificò la lezione di umiltà, permettendo a Suo padre di offrirgli i primi versetti della Torah, secondo la tradizione ebraica.

Si permise anche di imparare dall'esperienza del padre nella lavorazione del legno, diventando così falegname come lui.

Le mani che avevano plasmato le forme terrestri nella divina collaborazione alla creazione del nostro pianeta, si applicarono a plasmare il legno, dandogli le forme e gli usi più svariati.

Esemplificando la legge del lavoro, ebbe modo di dire che il Padre Celeste lavora incessantemente e Lui, il Re Solare, lavora ugualmente.

Affermando la necessità di cambiare i vecchi codici penali, offrì  all'adultera la possibilità di riformulare la propria vita, ricominciando da capo, senza ricadere nello stesso errore.

Ciò, sostituendo l'antica formula della morte per lapidazione, ratificando la lezione profetica che il Padre non vuole che il peccatore muoia, ma che si converta e viva.

Cercò la donna equivoca di Sicar, in Samaria, e presso il pozzo le offrì la conoscenza dell'acqua viva, di cui Lui disponeva.

Presentandosi come Maestro e offrendosi come esempio da seguire, Gesù onorò la casa di coloro che Gli concedettero il dono dell'amicizia.

A casa di Pedro, a Cafarnao, così come a Betania, nella casa dei fratelli Maria, Marta e Lazzaro.

E, affermando l'eccellenza di questo sentimento, disse che un amico dà la propria vita per quella dell'amico.

Al momento dell'arresto, nell'Orto degli Ulivi, in vista del tentativo dei soldati di imprigionare anche coloro che erano con Lui, avverte:

Lasciateli. È me che volete.

Maestro della gioia, iniziò la Sua missione messianica in una festa che celebrava le nozze di una giovane coppia.

E la concluse con la commemorazione della Pasqua ebraica, nel gioioso ricordo della liberazione di un popolo, esaltando la gloria di Jaweh, in inni di lode.

Cercò gli emarginati e li invitò a seguirLo. Per questo, a Gerico, si ospita a casa di Zaccheo, il pubblicano, e salva la donna ambigua di Magdala, in nome dell'amore.

Andando incontro al sacrificio, lasciandosi condurre come un agnello indifeso, offrì la lezione del coraggio, della fortezza morale.

 Si mantenne lucido fino alla fine, mostrandoci come sopporta con dignità il dolore chi si affida al Padre Supremo.

Implorò il perdono per tutti coloro che, accecati dall'orgoglio o imprigionati nella propria malvagità, parteciparono all'atto nefasto del Suo arresto, della Sua condanna e della Sua morte.

Amore non amato, partì lasciandoci con la speranza che ci avrebbe preceduti per prepararci un posto, nella Casa del Padre, dove ci sono tante dimore.

Da allora, contempliamo le stelle, sognando i mondi che ci aspettano e a volte ci chiediamo:

In quale mondo, Signore Gesù, ci aspetti?

Redazione del Momento Spirita, con citazioni dal
libro bíblico
Ezechiele, cap. 18, vers. 23.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 19.6.2023.

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