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Momento Espírita
Curitiba, 24 de Abril de 2024
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ícone Come uno stormo prendendo il volo

Hai mai osservato uno di quegli alberi comuni, imponenti, quando pullulano di passeri tra i suoi rami?

Gli uccelli appollaiati colmano gli spazi, e anche i rami più secchi sembrano prendere vita alla visita animata dei piccoli esseri alati.

Il vegetale ritto verso l'Alto acquista dei movimenti che non possedeva. Acquisisce  dei suoni che non era in grado di produrre. La vita si aggiunge alla vita.

L'albero non è mai stato così rigoglioso.

Tuttavia, senza preavviso, senza una ragione apparente, improvvisamente tutti decidono di prendere il volo nel medesimo istante.

Un altro bellissimo spettacolo da vedere.

Coordinati, senza paura, obbedendo ad un comando interno che li fa sfidare l'aria in ogni momento, volano...

Volano, alla ricerca del proprio destino, continuando a svolgere il loro ruolo importante nel Creato.

Ma che dire dell'albero? Di solito non ce ne accorgiamo nemmeno più.

L'albero rimane, ora, come vuoto, incompleto, senza vita... senza bellezza.

Gli mancano gli uccelli, i rumori, la festa, tutta quella gioia intorno a sè.

*   *   *

Ci sono momenti nella vita in cui sembra che le persone inizino a partire così, come uno stormo prendendo il volo, quasi tutte nello stesso momento.

Le reti sociali ci consentono di conoscere questo tipo di notizie immediatamente.

Ecco partire quell'amico lontano. Ora quell'altro, il padre di tizio, la madre di caio...

E quando arriva l'ora del nostro prossimo più vicino, ci rendiamo conto che tutti un giorno dovremo partire.

Ci sentiamo, in quel momento, come l'albero che ha perso tutti gli uccelli che cantavano e giocavano tra le sue braccia.

Ci sentiamo piccoli, disadorni, senza voce...

È comprensibile la tristezza dell'albero, è autentica.

Occorre ricordare, di tanto in tanto, che gli uccelli non appartengono agli alberi, che non ne fanno parte, come il tronco, i rami o le foglie.

Sono visitatori di passaggio, che vi hanno fatto una breve dimora, nel suo tepore verdeggiante, prima di continuare il loro viaggio attraverso lo spazio infinito.

Quindi, potremmo chiederci: deve l'albero soffrire per via dei frequenti voli dell'esistenza, o gioire dei bei voli dei suoi nuovi amici uccelli?

La risposta è meravigliosa: ha bisogno di entrambi.

Non c'è niente di male nella sofferenza. Le anime più sensibili soffrono l'assenza e l'addio. Piangono le lacrime della gratitudine, dei bei ricordi e della mancanza delle energie dell'altro dentro di noi.

Ma, anche perché amano, piangono di gioia per la liberazione, per la bellezza di un volo che è indubbio per tutti, perché è il volo della fine di una tappa e l'inizio di una nuova. È un volo di rinascita.

È curioso che siamo, allo stesso tempo, albero e uccello. E conosciamo la storia da entrambi i punti di vista.

Ci colpisce, a volte, quella malinconia dei voli, quando lo sguardo si sofferma appena sugli alberi vuoti che son rimasti.

A questa sensazione aggiungiamone un'altra: l'incanto per il cielo pieno di ali, per la danza sicura e ben disegnata dei piccoli esseri che partono da qui verso  l'al di là,  che continuano ad esistere, che presto atterreranno in altre foreste, in una continua e splendida celebrazione della vita che non cessa mai.

Redazione del Momento Spirita
Traduzione di Fabio Consoli
Il 21.6.2022.

 

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