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Momento Espírita
Curitiba, 25 de Abril de 2024
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ícone La felicità della preghiera

Quando qualcuno affronta dure difficoltà e lo invitiamo a pregare, a volte, sentiamo, come risposta: E questo risolverà il mio problema?

Forse riempirà il mio piatto di cibo o mi darà una coperta per sopportare meglio il freddo?

Siamo ancora molto lontani dall'avere l'idea esatta del potere della preghiera. Sant'Agostino ebbe l'opportunità di affermare: Come sono toccanti le parole che fuoriescono dalla bocca di chi prega.

Avanzate sui sentieri della preghiera e sentirete le voci degli angeli. Le lire degli arcangeli.

Le voci dolci e soavi dei serafini, piú delicate delle brezze del mattino, quando giocano con le foglie dei boschi.

Le vostre parole non potranno esprimere questa felicità, tanto veloce vi penetra per i vostri pori, tanto viva e rinfrescante é la sorgente dalla quale, pregando, ci si disseta.

Nel raccoglimento e nella solitudine, voi siete con Dio. Apostoli del pensiero, per voi é la vita.

Ricordiamoci che Gesù, durante la Sua permanenza fra noi, cercava la solitudine per pregare. Dirigendosi al Padre, il piú delle volte.

In uno dei momenti cruciali della Sua vita, prevedendo la Sua prigione, il Suo supplizio e morte, Lui prega, nell'Orto degli Ulivi.

Prega e chiede agli amici Pedro, Giacomo e Giovanni di pregare insieme a Lui.

Sulla croce, durante la Sua agonia, la Sua ultima frase fu una profonda e sentita preghiera: Padre, nelle Tue mani consegno il Mio Spirito.

Sconosciamo davvero, il potere della preghiera e non la usiamo tanto quanto dovremmo.

Oltre le nostre preghiere regolari del mattino e della sera, la preghiera dovrebbe essere presente ad ogni istante, pur senza dover interrompere il nostro lavoro.

Di fronte al dolore, chiedere al Signore che ci abbrevi le prove, che ci conceda l'allegria e i beni di cui abbiamo bisogno per la nostra vita.

Che ci conceda anche le risorse preziose della pazienza, della rassegnazione e della fede.

Quindi, nei momenti di tormenta, di caos, preghiamo. Cerchiamo questo rifugio superiore che , anche se non ci fornisce l'alimento materiale, ci riempirà l'anima di grazie, rifornendoci di energie spirituali.

E, di sicuro, inoltrata ai messaggeri di Dio, che compiono la Sua Volontà, sulla Terra, ispireranno qualcuno per soccorreci nella fame. E anche nel freddo.

Azioniamo la preghiera perché lei é la figlia primogenita della fede.

Quando i venti, inclementi, e la tempesta ci raggiungeranno, quale potere se non quello Divino, immediatamente, ci potrá venire in aiuto?

A chi chiederemo clemenza, se non al Padre di tutti noi?

Ricordiamo le parole del Maestro, riportate da Matteo: Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino ad ora, né mai più ci sarà.

E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati.

Chi sono gli eletti, se non i figli del Dio buono, generoso, che muove le onde e placa i venti?

Quel Dio che ci tiene in vita, offrendoci ogni giorno il Suo alito, che assorbiamo attraverso l'aria che respiriamo.

Perciò, non dimentichiamoci poi di pregare, lodando la generosità Divina, ringraziando per il dono della vita, la meraviglia del Creato.

Esercitiamo la felicità della preghiera. Preghiamo in pensieri, parole e atti.

Redazione del Momento Spirita, sullo spunto del cap.
XXVII, items 22 e 23 del
O Evangelho segundo o Espiritismo, di
 Allan Kardec, ed.FEB e trascrizioni dal Vangelo di Matteo, cap.
XXIV, vers. 21 e 22 e dal Vangelo di Luca,
cap. XXIII, vers. 46.
Traduzione di Fabio Cónsoli
Il 5.1.2021.

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