aa
Momento Espírita
Curitiba, 28 de Março de 2024
busca   
Nel titolo  |  Nel messaggio   
ícone Interprete di Dio

Io e il Padre siamo uno. - Il Sereno Rabbì di Galilea ci si presentó cosí, queste furono le sue credenziali.

Questa frase, raccolta dall'Evangelista Giovanni, é servita a far nascere l'equivoco secondo il quale alcuni considerassero il Maestro Gesú come il proprio Dio.

Eppure, Cristo voleva soltanto dirci che Lui era l'interprete del pensiero di Dio sulla Terra. Dirci che si trovava in comunione col Padre a tal punto che sapeva esattamente come esporre la Sua volontá.

Spirito inviato per servirci da Modello e Guida, si elesse a interprete di Dio, utilizzando a tal fine, simboli, parabole, immagini figurate.

Tutto ciò solo per darci un'idea approssimativa dell'infinitá Divina.

Affinché apprendessimo ad aver fiducia nella Provvidenza Divina, che tutto vede, a tutto provvede, che a tutto sta attenta, fece sentire la Sua voce proclamando:

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?

E continuando: Guardate i gigli del campo: non filano, né tessono. Eppure io vi assicuro che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.

Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani é gettata nel fuoco, lo farà molto di più con voi, gente di poca fede.

Per legittimare la nostra filiazione Divina, insegnó: Uno soltanto é il vostro Padre, che sta nei cieli.

E affinché comprendessimo le qualitá di questo Padre, disse: Chiunque chiede riceve;  chi cerca trova ; e a chi bussa sarà aperto.

Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al suo posto? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?

Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo non darà a quelli che glielo chiedono?

Servendosi dell'opportunitá in cui un uomo gli corse incontro e inginocchiandosi, gli chiese: Buon maestro! Che devo fare per avere la vita eterna?

Rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio!

Maestro di ogni tempo, stabilí che la legge del lavoro é Legge Divina, nel rivelare che il Padre lavora senza tregua e anch'io lavoro.

Gesú! Nessuno piú grande di Lui sulla faccia della Terra, in ogni tempo. Interprete di Dio, ci donó la legge dell'amore, affermando che Dio Padre, avrebbe dovuto essere amato sopra ogni cosa.

Nel Suo discorso d'addio, proclamó: Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se cosi non fosse, ve l'avrei detto. Vi precedo per prepararvi un posto.

Che magnífico insegnamento: il nostro ritorno avverrá nella casa del Padre, che ci ha creato e alimenta con amore. Padre che ci protegge, ci custodisce e aspetta.

Aspetta che, come figli prodighi, ritorniamo alla casa paterna, per esser felici, nel Suo seno, tutti noi, i Suoi figli.

Figli di ogni razza, nazione, religione. Figli del Suo amore. Creati per l'amore.

Andiamo incontro a questi giorni con fiducia per la nostra propria felicitá.

 

Redazione del Momento Spiritista.
Traduzione di Fabio Consoli.
Il 13.8.2020.

© Copyright - Momento Espírita - 2024 - Tutti i diritti riservati - Sull'Internet dal 28/03/1998 (in portoghese)