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Momento Espírita
Curitiba, 20 de Abril de 2024
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ícone Portoni d’arrivo
 

Ogni loro abbraccio ricorda una storia diversa...

Ogni nuovo incontro rivela un altro mondo, un'altra vita, diversa dalla nostra, dalla tua...

Se tu hai mai avuto la fortuna di osservare, anche se per cinque secondi, tutte quelle persone - sconosciute fra una moltitudine - aspettando i loro amici, i loro amori, non avere paura di osservare la prossima volta, la magia di questo momento, di questo luogo.

Stiamo parlando dei portoni d'arrivo  di un aeroporto, uno di questi luoghi del mondo dove possiamo ammirare la presenza di come è immenso l'amore.

Invisibile, quasi impercettibile, l'amore lì è presente con tutta la sua sublimazione.

Nelle dichiarazioni silenziose di un'occhiata timida. Nel calore piacevole di uno stretto abbraccio. Nel rapido imbarazzo cercando di trovare le parole per spiegarlo.

Nell'orazione di tre secondi elevata al cielo - ringraziando Dio per aver protetto la sua persona cara che ritorna.

Richard Curtis, che dà ad un film il titolo Love actually - tradotta in Brasile come Simplicemente amore, mostra queste scene in un contesto molto poetico ed ispirato.

L'autore presenta all'inizio e alla fine del film esattamente la visione dei portoni d'arrivo di un aeroporto e del suo bellissimo spettacolo rappresentando l'essenza dell'amore.

All'inizio si ascolta una voce che narra, confessando che ogni volta che la vita gli appariva triste, vuota, crudele, lui andava all'aeroporto ad osservare quei portoni e lì incontrava dovunque l'amore.

Il suo cuore sentiva pace, sollievo, al notare che l'amore esisteva ancora e che c'era ancora speranza per il mondo.

Tutto ciò può sembrare un po' troppo poetico per i più pratici, è vero.

Così che la miglior forma di capire la situazione è la propria vita.

Suggeriamo che tu faccia l'esperienza, per alcuni minuti, di osservare tu stesso queste scene, sia aspettando aerei o altri mezzi collettivi di trasporto.

Proponiamo che tu cominci in una posizione più analitica e con un pizzico di curiosità:

Che grado di parentela hanno fra loro quelle persone? - Da quanto tempo non si vedono? - Da dove vengono?

Oppure, chissà, altre domande: Che storie hanno da raccontare? - Cosa diranno, per primo, all'uscire da lì? Sulla famiglia, sul viaggio, sull'attesa in un altro aeroporto?

Al vedere, lacrime agli occhi, chiediti: Da dove vengono? Da quanto tempo non si incontrano? Che felicità esiste nell'anima in quel momento!

Alla fine rifletti:

Per quanto tempo quell'attimo rimarrà nel ricordo! L'attimo del rincontro...

Tutto ciò ci porta ad un'analogia finale, ad una nuova questione: la Terra non sarebbe un immenso aeroporto? Un punto di arrivi e partenze che non smettono, constanti, inevitabili?

Pensando nei portoni d'arrivo sulla Terra, ricordiamoci dei bimbi che abbracciamo al loro nascere, con lo stesso amore di quelli che aspettano all'aeroporto i loro cari.

Piangiamo di felicità, contempando la bellezza di una nuova vita, e molte volte, questo pianto è di gratitudine per l'opportunità del rincontro.

È un antico amore che, a volte, ritorna a casa nostra per mezzo della rincarnazione.

Pensando ora nei portoni di partenza, inevitabilmente ricordiamo la morte, l'addio.

Ma questo sentimento può anche essere felice!

È come la sensazione che sentono una madre o un padre quando dano l'addio a un loro figlio che fra poco imbarcherà per un altro paese, per fare un viaggio di studio, di esperienza professionale.

Sì, piangono di nostalgia, ma il sentimento che predomina nel buon cuore dei genitori è la felicità per l'opportunità che stanno ricevendo, hanno coscienza che tutto quello è la cosa migliore per lui in quel momento.

                                                           *   *   *

Viviamo nell'aeroporto della Terra.

Tutti i giorni migliaia partono, miglaia arrivano.

Arrivi e partenze sono inevitabili.

Ciò che possiamo cambiare è la forma di osservarle.

 

Redazione del Momento Spirita con base nel cap.
Os portões de chegada,, dal libro O que as águas
 não refletem, di Andrey Cechelero.
Il 24.05.2010.

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